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02. 05. 2024 14:30

Fuorisalone 2024, la fondatrice Gilda Bojardi: «Un’occasione per riflettere sulla natura e la sostenibilità»

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Gilda Bojardi è un’autorità in materia di design. Fondatrice del Fuorisalone nel 1990 è anche direttore della rivista Interni dal 1994, mensile sull’arredamento nato proprio 70 anni fa e diffuso in tutto il mondo.

Intervista a Gilda Bojardi, fondatrice del Fuorisalone

Gilda Bojardi, quanto è cambiato il Fuorisalone in 34 anni?
«C’è stato un grande sviluppo che era in nuce fin dall’inizio perché la città stava cambiando: il Fuorisalone ha contribuito a segnare la trasformazione urbana dei quartieri periferici che prima non erano percepiti e poi sono stati recuperati».

E’ cambiato nelle dimensioni.
«C’erano 112 luoghi. Ora, solo tra quelli che censiamo noi, sono 350».

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Si può dire che il Fuorisalone è sempre stato movimentista rispetto al Salone istituzionale?
«Non so se il Fuorisalone si può definire in questo modo, noi abbiamo fatto una proposta innovativa con architetti provenienti da tutto il mondo che ha subito assunto l’aspetto di festival della creatività».

Con il Salone il rapporto non è stato facile.
«Siamo diversi ma siamo due realtà che si integrano, due aspetti della proposta creativa che parte da Milano, due facce della stessa idea».

Gli eventi sono tantissimi, non c’è il rischio di una dispersione?
«La città si è allargata, è policentrica, ogni quartiere esprime una sua vitalità. Poi certo tutto non si può vedere, ci sono comunque calendari differenziati che consentono ampia possibilità di scelta».

Quale Fuorisalone ci aspetta?
«È un’edizione che ci porta a riflettere sui saperi, la creatività, la sostenibilità e la tutela della natura: ci sono linguaggi nuovi, si discute ad esempio sul ruolo dei materiali di scarto».

E’ sempre un Fuorisalone internazionale?
«Milano resta il centro internazionale della creatività, ospitiamo tante esperienze che arrivano da Cina, Germania, Spagna».

In passato siete stati criticati per non avere respinto istallazioni di scarsa qualità o poco attinenti con il design.
«Una selezione va sempre fatta, è vero che ci sono state degenerazioni ma c’è maggiore cura nelle scelte».

Parliamo del ruolo di Interni in questo Fuorisalone.
«Abbiamo sei location, oltre a quella storica della Statale c’è quella alla Cattolica: è la prima volta».

Parliamo anche della rivista Interni che compie 70 anni.
«È un’esperienza che ha seguito l’evoluzione della società, con un’attenzione mirata al design e al made in Italy: segnalo la mostra alla Statale con 700 copertine della rivista».

Quale installazione può suggerire?
«Domanda cui non posso rispondere, anch’io devo scoprire cosa offre questo Fuorisalone».

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