Il Comune di Milano, con alcune associazioni di volontariato e del Terzo settore, offrirà assistenza e accoglienza notturna temporanea alle famiglie con minori e adulti in difficoltà che arrivano in città ed esprimono l’intenzione di transitare verso altre destinazioni.
Via San Marco, il nuovo centro d’accoglienza per migranti
Per garantire la loro sicurezza è stato allestito un centro d’accoglienza in via San Marco per fornire una sistemazione prevenendo situazioni precarie in strada. La struttura comunale, affidata in comodato d’uso gratuito all’associazione Senza Margini, verrà gestita in collaborazione con Rete Milano. La permanenza massima è di due notti consecutive, dopo le quali le persone verranno indirizzate verso gli uffici comunali che si occupano delle procedure per la richiesta di asilo.
I posti a disposizione sono 20 e a ciascuna persona verranno garantiti un kit igienico, cena, colazione, ed eventualmente piccoli interventi di supporto sanitario e infermieristico a cura di Naga. Questa decisione del Comune arriva dopo settimane di polemiche attorno al secondo (e nuovo) Centro dei rimpatri a Milano, dopo che il primo di via Corelli è stato chiuso.
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12/05/2024 – «Con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi abbiamo sempre collaborato e continueremo a collaborare per il bene della comunità. Su questo non ci possono essere dubbi. Ora, Piantedosi bolla le mie affermazioni sulla sicurezza come semplicistiche». Riparte da qui la polemica di Sala dopo l’ultima aggressione a Lambrate.
Sala contro Piantedosi sul Cpr a Milano
Dalle sue pagine social il sindaco di Milano Giuseppe Sala aveva rilanciato: «Chiedo a lui se non è semplicistico che il suo ministero faccia sapere che a Milano si farà un secondo Cpr, ovviamente attraverso un’agenzia stampa e senza degnarsi di una telefonata al sindaco di Milano. Se non è semplicistico immaginare un secondo Cpr dopo la pessima gestione del primo, non lo dico solo io, ma anche la Guardia di Finanza. Se non è semplicistico immaginare un secondo Cpr senza sapere come sarà possibile effettuare tutti quei rimpatri millantati, per ora rimasti sulla carta», ha continuato Sala.
«Un immigrato irregolare che delinque in maniera reiterata va rimpatriato. Ed è un dovere del Governo farlo. Basta con il giochino di scaricare sempre la colpa sui sindaci, siano essi di sinistra o di destra! Sono pronto a incontrare al più presto il ministro Piantedosi per lavorare con la consueta massima collaborazione», aveva detto Sala.
Cpr a Milano: la situazione di via Corelli e il secondo edificio
Il centro esistente di via Corelli è al centro di un’indagine giudiziaria per le condizioni in cui sono detenuti i migranti, e sarà temporaneamente chiuso per permettere lavori di ristrutturazione e ampliamento. Questa mossa è vista come un tentativo di migliorare le infrastrutture esistenti, mentre si pianifica l’aggiunta di nuove capacità con la costruzione del secondo Cpr a Milano. Trovate maggiori dettagli scorrendo nell’articolo qui sotto.
Intanto, alla richiesta di pugno duro avanzata da Sala, Lega al Comune di Milano ha risposto presentando una mozione in Consiglio comunale per chiedere al Comune «di mettere a disposizione uno dei tanti immobili comunali oggi dismessi per realizzare una struttura che possa aiutare il governo a creare il nuovo Cpr a Milano e togliere dalla strada migranti irregolari pericolosi per l’incolumità dei milanesi».
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12/04/2024 – Il Cpr di via Corelli a Milano chiuderà per un breve periodo al fine di migliorare la struttura ed aumentare la capienza dei migranti irregolari ospitati in attesa di essere rimpatriati. Nei mesi scorso la struttura era stata commissariata ed è stata chiesta una commissione d’inchiesta per far luce su certi episodi avvenuti dentro il Cpr.
Chiude il Cpr a Milano: parla De Corato
Come ha ricordato il ministro Piantedosi, il Governo Meloni si sta attenendo alle indicazioni dell’Unione Europea che prevedono la realizzazione di questi Centri, pena la violazione delle norme comunitarie e le conseguenti sanzioni a cui l’Italia andrebbe incontro. La Lombardia è la regione che accoglie più migranti di tutte le altre in Italia, ovvero circa il 13% del totale, e che nell’area della città metropolitana milanese ci sono quasi mezzo milione di stranieri tra regolari e irregolari.
«Ritengo che il solo Cpr di via Corelli non sia sufficiente e che ne serva un altro in Lombardia», ha detto Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali alla Camera ed ex vicesindaco di Milano.
Chiusura Cpr a Milano: le parole di Majorino
«È molto positivo che il Cpr di via Corelli di Milano chiuda tra pochi mesi. Faremo di tutto perché non riapra e perché quella chiusura sia definitiva. La struttura fisica del Cpr, peraltro, potrebbe servire immediatamente a dare un tetto a italiani e stranieri che vivono per strada, come chiesto anche dal Consiglio comunale», ha detto il capogruppo del Partito democratico in Regione Lombardia Pierfrancesco Majorino.