Le scuole sono finite e non possiamo non guardare con invidia a bimbi e ragazzi che finalmente possono godere di quel momento spensierato che è il periodo estivo, sempre ammesso che abbiano le possibilità di goderselo appieno.
Che nostalgia quei mesi passati a pensare al sano svago. Al tempo stesso questo è uno dei momenti più critici per tanti genitori che si trovano a gestire figli e impegni lavorativi non potendo disporre (come accadeva più spesso in passato) di nonni o di un circuito famigliare in grado di poter dare un supporto pratico.
Centri estivi comunali: una salvezza per le famiglie
La composizione sociale di Milano, come di tante altre grandi città, è cambiata, sono sempre più numerose le famiglie con figli che non possono disporre di un aiuto di parenti vicini. In questo quadro, i più fortunati sono entrati nelle graduatorie dei centri estivi comunali, altri provano ad affidarsi agli oratori feriali, anch’essi sfidati dalla mutazione socio-antropologica delle città, con numeri inesorabilmente in calo, oppure a campus privati.
Emerge quindi una necessità del presente e sempre più del futuro. Vanno rimodulati i tempi, gli orari e i calendari scolastici. Sembra sempre meno sensato, infatti, avere le scuole chiuse e migliaia di bambini che restano in città senza alternative. Quindi perché non pensare di tenere aperte le scuole più a lungo e in periodi diversi, compresi quelli estivi? Va aperto un confronto e vanno pensati progetti in questo senso. Se cambia la città, la sua natura, la scuola non può restare ferma a un tempo che non c’è più nei fatti.