Il “sistema Beccaria” è sotto i riflettori mentre l’indagine sulle accuse di botte e torture ai detenuti nel carcere minorile di Milano si espande. Dopo gli arresti del 22 aprile, 13 poliziotti sono stati messi dietro le sbarre e altri 8 sospesi. Tuttavia, nuove denunce hanno portato alla luce circa una ventina di nuove vittime, le quali hanno riportato i maltrattamenti subiti dopo il raid di due mesi fa.
Beccaria, l’inchiesta
L’inchiesta, guidata dall’aggiunto Letizia Mannella e dai pubblici ministeri Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, vede la collaborazione della squadra mobile e della polizia penitenziaria. Finora, alcuni giovani sono stati interrogati e altri seguiranno entro la fine della settimana, con ulteriori audizioni previste per le prossime settimane.
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Beccaria, la situazione
La procura ha già raccolto prove, inclusi filmati delle telecamere di sorveglianza e testimonianze dei legali dei detenuti. L’attenzione si sposterà ora sulle presunte negligenze, coinvolgendo ex dirigenti – due ex direttori sono sotto inchiesta – oltre al personale educativo e sanitario.
Beccaria, che cosa succederà
Dopo gli arresti di aprile, il giudice per le indagini preliminari ha disposto sospensioni dal servizio solo per gli agenti coinvolti e ha posto in regime di arresti domiciliari altri poliziotti. Tuttavia, i pubblici ministeri hanno già presentato ricorso contro questa decisione davanti al Tribunale del Riesame.