Il Teatro Litta saluta il suo pubblico con l’ultimo spettacolo della stagione: Il gioco dell’amore e del caso. Una commedia rappresentata per la prima volta nel 1730 che cattura l’attenzione degli spettatori con un intricato intreccio di travestimenti, inganni e amori segreti. La regia dell’opera è affidata ad Antonio Syxty.
Come mai ha scelto questa commedia?
«È un testo che rappresenta un meccanismo perfetto, un dispositivo di narrazione teatrale molto interessante. Crea i presupposti di un inganno voluto dai personaggi stessi. Lo spettatore viene informato fin dall’inizio che gli amanti si travestiranno in servi per verificare la tenuta dei sentimenti. Il problema è che sono incastrati dal ruolo sociale che hanno. È interessante l’analisi brillante e leggera del comportamento umano fatta nel ‘700».
L’amore veniva raccontato in modo diverso in quei tempi?
«La dinamica tra i sessi è sempre la stessa. L’amore non è cambiato, ciò che cambia sono i contesti, le culture, i comportamenti. Il legame ancestrale di avere una persona a fianco c’è sempre. Questo è il motivo per cui nei classici questo tema non scade mai e riesce ad essere sempre contemporaneo».
Cosa porterà in scena nella prossima stagione di MTM?
«Riprenderò Zio Vanja e mi occuperò di Romeo e Giulietta, una nuova produzione con la traduzione di Carmen Gallo. Nella prima parte della stagione, con Susanna Baccari, preparerò La casa di Bernarda Alba di Federico García Lorca per i diplomandi della scuola Grock».
Fino al 13 luglio
Teatro Litta
Corso Magenta 24, Milano
Biglietti: da 30 euro su mtmteatro.it