Il Comune, con l’ordinanza “anti movida” del 2021, ha trovato un compromesso equilibrato tra la tutela della quiete pubblica e il diritto alla libertà economica, secondo il Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha respinto il ricorso presentato da alcuni esercenti di corso Garibaldi contro l’ordinanza, che impone restrizioni per limitare la movida e ridurre l’inquinamento acustico.
Movida, la decisione
Il Consiglio di Stato ha sottolineato che il provvedimento comunale non limita in modo sproporzionato le attività economiche. L‘ordinanza vieta la vendita per asporto di cibi e bevande, alcoliche e non, dalle 22 alle 6 del mattino successivo, senza ridurre l’orario di apertura dei locali. Inoltre, impone il divieto di utilizzare i dehors dalle 24 alle 6, sempre per proteggere la salute pubblica.
Movida, il caso
La controversia tra i residenti di corso Garibaldi e i commercianti ha radici nel 2018, quando i condomini hanno chiesto al Comune di intervenire contro il rumore proveniente dai locali. Dopo il silenzio iniziale dell’amministrazione, un’ordinanza è stata emessa nel 2020, ma ritenuta insufficiente dai residenti, portando all’emanazione dell’ordinanza del 2021, poi impugnata dai commercianti. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha confermato la legittimità delle restrizioni.
Movida, dehors
Nel frattempo, lo scorso maggio il Comune ha introdotto una nuova ordinanza contro la movida, valida fino a novembre, che riguarda tredici zone della città, escludendo però corso Garibaldi. La nuova ordinanza permette l’uso dei dehors fino all’una di notte durante la settimana e fino alle 2 nei weekend, e limita la vendita di alcolici per asporto solo dalla mezzanotte alle 6. Questo provvedimento è considerato dai commercianti meno penalizzante rispetto all’ordinanza del 2021, che impone restrizioni più severe, soprattutto nella zona di corso Garibaldi.
