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21. 09. 2024 05:27

Flash Mob di Fridays for Future Milano: protesta contro ENI in corso Buenos Aires

I manifestanti hanno puntato il dito contro l'azienda, sostenendo che sia coinvolta in interessi economici legati al genocidio palestinese

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Il movimento Fridays for Future Milano ha messo in atto un flash mob di protesta davanti allo store ENI in corso Buenos Aires. Il gruppo ha voluto denunciare il presunto coinvolgimento della multinazionale energetica italiana nel conflitto in Gaza, accusandola di fare profitti attraverso la guerra e di praticare greenwashing nel proprio paese.

Fridays for future 2
Fridays for future 2 Foto Gabriele Puglisi

Flash Mob di Fridays for Future: ENI complice del genocidio palestinese

I manifestanti hanno puntato il dito contro ENI, sostenendo che l’azienda sia coinvolta in interessi economici legati al genocidio palestinese. Secondo Fridays for Future Milano, dietro il conflitto e l’apartheid a Gaza e in Palestina si celerebbero motivazioni imperialiste e coloniali, con legami tra ENI e il governo israeliano. In particolare, è stato segnalato che tre settimane dopo l’inizio del conflitto, ENI ha ottenuto permessi di esplorazione in territorio palestinese. Inoltre, l’azienda sarebbe responsabile del 2% delle vendite totali di petrolio raffinato e greggio a Israele, una circostanza che i manifestanti interpretano come complicità attiva nella guerra.

Flash Mob di Fridays for Future: ENI sotto accusa

Fridays for Future Milano ha evidenziato come ENI sia presente in molte aree di conflitto nel mondo, accusandola di praticare un “colonialismo energetico” che alimenta guerre e distruzione. L’azienda, secondo i manifestanti, finanzierebbe guerre in vari paesi attraverso le sue operazioni di esplorazione e vendita di risorse naturali. Questo atteggiamento imperialista, a detta del gruppo, rende ENI corresponsabile delle tragedie umanitarie legate ai conflitti armati.

Greenwashing e infiltrazione nelle istituzioni italiane

Oltre a denunciare il coinvolgimento di ENI nei conflitti internazionali, Fridays for Future Milano ha criticato le pratiche di greenwashing dell’azienda in Italia. I manifestanti accusano ENI di voler pulire la propria immagine investendo in progetti “verdi”, mentre continua a essere uno dei principali inquinatori a livello nazionale ed europeo. Viene inoltre contestato il suo ruolo nelle scuole, nelle istituzioni culturali e nelle amministrazioni, dove, secondo i manifestanti, promuoverebbe una cultura della guerra e dell’economia basata sul profitto a scapito della sostenibilità e della giustizia sociale.

Flash Mob di Fridays for Future: l’appello al boicottaggio

La protesta si è conclusa con un appello forte e chiaro: boicottare ENI e tutte le aziende che, secondo Fridays for Future Milano, sono complici dei genocidi e delle guerre in corso. I manifestanti hanno esortato la cittadinanza a sostenere la resistenza palestinese attraverso il rifiuto dei prodotti e dei servizi di ENI, ribadendo il loro impegno nella lotta contro il cambiamento climatico e le ingiustizie globali. Lo slogan che ha chiuso il flash mob è stato inequivocabile: «Eni complice di genocidio. Boycott Eni. Stop genocidio!».

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