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13. 10. 2024 01:26

Detenuto suicida a San Vittore: è il 75° caso nel 2024. Carceri al collasso

L’uomo era in cella per reati legati allo spaccio di stupefacenti e avrebbe dovuto scontare la pena fino al 2027

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Detenuto suicida a San Vittore: è il 75° caso nel 2024 nelle carceri italiane. Un altro tragico episodio ha colpito il sistema carcerario italiano. Un detenuto di 44 anni, originario della Puglia, si è tolto la vita questa mattina nel carcere di San Vittore a Milano. L’uomo era in cella per reati legati allo spaccio di stupefacenti e avrebbe dovuto scontare la pena fino al 2027. La Procura di Milano, con la pm Letizia Mocciaro, è stata informata del decesso e potrebbe disporre l’autopsia per chiarire le cause esatte della morte.

San Vittore
Foto di repertorio

Detenuto suicida a San Vittore: trovato morto alle prime luci dell’alba

Il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, ha fornito alcuni dettagli sull’accaduto: «Il detenuto è stato trovato privo di vita verso le 5.30 del mattino. L’uomo si è strozzato e, nonostante i tempestivi tentativi di soccorso della Polizia penitenziaria e del personale sanitario, non è stato possibile salvarlo». Si tratta del 75esimo caso di suicidio in carcere dall’inizio dell’anno in Italia, un numero allarmante che continua a crescere.

Detenuto suicida a San Vittore: un carcere sovraffollato e sotto pressione

San Vittore, come molte altre carceri italiane, soffre di un grave problema di sovraffollamento. Secondo i dati forniti dalla Uilpa, al momento ci sono 1.022 detenuti all’interno della struttura, a fronte di una capienza ufficiale di 447 posti. Questo rappresenta un sovraffollamento del 229%. A fronte di questa situazione, la Polizia penitenziaria è in sotto organico, con solo 580 agenti a disposizione, distribuiti su più turni e servizi, rispetto a un fabbisogno minimo di 700 unità. Il corpo di polizia è quindi in una condizione di scopertura del 17%, con gravi ripercussioni sulla gestione quotidiana del carcere.

Detenuto suicida a San Vittore: il grido d’allarme sul sistema penitenziario italiano

La situazione di San Vittore è rappresentativa di un problema più ampio che coinvolge l’intero sistema carcerario italiano. Secondo De Fazio, in tutta Italia ci sono 62.000 detenuti a fronte di meno di 47.000 posti disponibili, con un esubero di oltre 15.000 persone. Inoltre, mancano più di 18.000 agenti di Polizia penitenziaria per garantire la sicurezza e la gestione delle strutture. Il sovraffollamento, unito a carenze strutturali e organizzative, mette in crisi il funzionamento delle carceri e il rispetto dei diritti fondamentali sia dei detenuti che degli operatori.

Carenze sanitarie e assistenza inadeguata

Un altro aspetto critico del sistema penitenziario riguarda l’assistenza sanitaria, in particolare quella psichiatrica. De Fazio sottolinea come le risorse e i servizi medici siano insufficienti per affrontare la crescente fragilità mentale all’interno delle carceri, un fattore che contribuisce ai numerosi suicidi registrati negli ultimi anni. L’inadeguatezza delle strutture e degli equipaggiamenti rende ancora più complessa la gestione dei detenuti, in un contesto dove le regole sembrano essere saltate.

Un sistema sull’orlo del collasso

Il suicidio di San Vittore, il 75° del 2024, riporta al centro dell’attenzione la crisi profonda del sistema carcerario italiano. «Le regole sono saltate e chi dovrebbe farle rispettare è sottoposto a condizioni lavorative estreme, con turni massacranti e diritti violati», denuncia De Fazio. Il sistema carcerario sembra ormai vicino al collasso, e le autorità sono chiamate ad affrontare con urgenza la situazione per prevenire ulteriori tragedie e garantire condizioni di detenzione dignitose.

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