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16. 10. 2024 22:57

Rozzano, l’interrogatorio del killer di Manuel: il coltello e il ruolo del padre

Il giudice parla di anche di "insussistente capacità di autocontrollo dell'indagato" per una persona instabile e pericolosa

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«Quando ho visto il ragazzo volevo prendergli tutto nel senso soldi, cellulare, cose che potevo rivendere. Anche le cuffie le ho prese per rivenderle, ma non so quanto ci avrei fatto. Tutto quello che avrei avuto lo avrei venduto. Non mi sono accorto che il coltello fosse sporco di sangue. L’ho buttato perché mi è venuto d’istinto». E’ un passaggio dell’interrogatorio reso al gip da Daniele Rezza, il 19enne per cui è stato convalidato il fermo e disposto il carcere, per l’omicidio di Manuel Mastrapasqua avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì.

Rozzano, il killer risponde alle domande del gip: le parole di Rezza

«Le cuffie il giorno dopo le avevo lasciate sul tavolo e ho chiesto a mio padre di buttarle appunto il giorno successivo all’omicidio, l’11 mattina», ha messo a verbale Daniele Rezza, interrogato dal gip, che ha convalidato il fermo e disposto la custodia in carcere. Dopo che Daniele Rezza, si legge ancora nel provvedimento, aveva confessato alla Polfer di Alessandria, sabato in tarda mattinata, di essere il “responsabile” del delitto di Rozzano, nel corso di una perquisizione a casa il padre indicò il luogo dove aveva gettato quelle cuffie e lo fece dopo diversi inviti.

Rozzano
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Sul fatto che il padre, poi, sabato mattina l’aveva accompagnato a Pieve Emanuele, dove prese il treno per Alessandria, il 19enne ha raccontato: «Non ero mai stato ad Alessandria. Il mio intento era andare a Torino. A mio padre che mi ha accompagnato ho detto che me ne volevo andare, abbiamo parlato poco». Durante il viaggio, ha aggiunto, «mi sono portato il borsello, delle sigarette e un blister di farmaci, i documenti e due felpe (…) avevo anche una banconota da 10 euro e 250/300 euro sulla carta». Per il gip a carico di Rezza c’è un «grave quadro indiziario della volontà omicida», anche perché, dopo che il 31enne ha reagito a quella rapina a Rozzano, il 19enne lo ha colpito in una parte vitale, il torace.

Riconosciuta anche l’aggravante dei futili motivi per un “impulso così sproporzionato rispetto alla gravità dell’azione“, ossia uccidere una “persona isolata ed inerme” per “prendere qualcosa”, anche della cuffie da 14 euro, e fuggire. Il giovane, secondo il gip, potrebbe commettere “reati della stessa specie”, se non di criminalità organizzata. Giudice che parla anche di “insussistente capacità di autocontrollo dell’indagato”.

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