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17. 10. 2024 05:23

Case fatiscenti a Milano: un problema crescente, dati e numeri del fenomeno

Milano affronta la sfida delle case in rovina, ma la situazione è meno drammatica rispetto a Roma e Napoli

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Il degrado immobiliare è una piaga che affligge molte città italiane e le case fatiscenti a Milano non sono da meno e non mettono la città al riparo da questo problema. Tuttavia, la situazione nel capoluogo lombardo appare meno critica rispetto ad altre grandi città come Roma e Napoli. Secondo un recente rapporto di Confedilizia, Milano ha registrato un aumento contenuto del numero di case fatiscenti negli ultimi dodici anni, una crescita che, sebbene preoccupante, risulta essere molto meno pronunciata rispetto a quella di altre città italiane.

La situazione delle case fatiscenti a Milano

Milano, conosciuta per la sua efficienza e per la costante crescita economica, non è esente dal fenomeno delle case in rovina. Dal 2011, il numero di immobili che hanno perso la loro capacità di produrre reddito, a causa di obsolescenza, crolli parziali o degrado strutturale, è passato da 280 a 366. Questo incremento, se confrontato con quello di altre città italiane, appare contenuto, ma non per questo meno significativo.

Secondo Confedilizia, queste case fatiscenti a Milano rappresentano una “mappa del disagio economico, sociale e demografico” della città. Sebbene Milano abbia visto un aumento nel numero di queste strutture, il problema è stato affrontato in maniera più efficace rispetto ad altre città italiane, grazie a politiche di rigenerazione urbana e interventi di ristrutturazione che hanno coinvolto numerose aree della città.

Confronto con Roma e Napoli: Milano tiene il passo

Il rapporto di Confedilizia mette in luce come Roma abbia visto un drammatico aumento delle case in rovina, passando da 459 edifici fatiscenti nel 2011 a ben 1.820 nel 2023. Questo incremento quadruplica il numero di immobili in condizioni critiche nella Capitale rispetto a Milano, che ha mantenuto una crescita più moderata. Anche Napoli ha registrato un aumento preoccupante, passando da 225 a 707 edifici fatiscenti nello stesso periodo.

La situazione è ancora più critica in città come Palermo, dove il numero di case in rovina ha raggiunto quota 3.810, una cifra che supera di gran lunga quella di Milano. Questi dati evidenziano come, nonostante il fenomeno sia presente anche nel capoluogo lombardo, la città sia riuscita a contenere l’espansione del degrado immobiliare grazie a una gestione più efficiente delle problematiche urbane.

Le torri gemelle di via Tofano: un caso emblematico a Milano

Un esempio concreto del problema delle case fatiscenti a Milano è rappresentato dalle tre torri gemelle del complesso di case popolari di via Tofano 5, situate nel quartiere di Quinto Romano, alla periferia ovest della città. Questi edifici, simbolo di un’epoca passata, sono da tempo in condizioni di degrado avanzato. Di recente, è stato dato il via ai cantieri per la demolizione di due delle tre torri, un intervento necessario per la riqualificazione dell’area e per migliorare la qualità della vita dei residenti.

La demolizione delle torri gemelle rappresenta un passo importante verso la rigenerazione urbana di Milano. Questo intervento fa parte di un piano più ampio che prevede la riqualificazione di diverse aree della città, con l’obiettivo di ridurre il numero di edifici in rovina e di trasformare quartieri problematici in zone vivibili e moderne. La storia delle torri di via Tofano è un esempio emblematico di come la città stia affrontando il problema delle case fatiscenti a Milano, cercando di bilanciare la conservazione del patrimonio edilizio con la necessità di intervenire sulle strutture più degradate.

La risposta di Milano al problema: rigenerazione urbana e incentivi fiscali

La città ha adottato diverse strategie per affrontare il problema delle case fatiscenti a Milano. Una delle misure più efficaci è stata la promozione di progetti di rigenerazione urbana, che hanno coinvolto sia il settore pubblico che quello privato. Questi interventi non solo mirano a ridurre il numero di edifici in rovina, ma anche a migliorare la qualità degli spazi pubblici e a creare nuove opportunità abitative.

Un altro aspetto importante è rappresentato dagli incentivi fiscali offerti a chi decide di ristrutturare o demolire e ricostruire edifici fatiscenti. Questi incentivi, che includono agevolazioni sull’Imu e detrazioni fiscali per lavori di ristrutturazione, hanno contribuito a stimolare gli investimenti nel settore immobiliare, favorendo la riqualificazione di molte aree degradate.

Confedilizia ha recentemente proposto di esentare completamente dall’Imu i piccoli comuni sotto i 3.000 abitanti che sono particolarmente colpiti dal fenomeno degli edifici in rovina. Questa misura, se adottata, potrebbe costare circa 800 milioni di euro, ma potrebbe avere un impatto significativo nel ridurre il numero di case fatiscenti nelle aree più disagiate. Anche l’estensione dell’esenzione totale dall’Imu per gli edifici fatiscenti, attualmente al 50%, è vista come una possibile soluzione per incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio.

Frosinone: un caso limite in Italia

Mentre Milano continua a lavorare per contenere il problema, la provincia di Frosinone rappresenta un caso limite in Italia. Con quasi 32.000 edifici in rovina, Frosinone detiene il record nazionale per il numero di case fatiscenti, superando di gran lunga anche la vicina Roma. Questo dato è particolarmente allarmante se si considera che la popolazione della provincia di Frosinone è molto inferiore rispetto a quella della Città Metropolitana di Roma Capitale.

La situazione di Frosinone riflette le difficoltà economiche e sociali che affliggono molte aree dell’Italia centrale e meridionale. In queste zone, la mancanza di investimenti e la scarsa attrattività per i giovani e per le nuove attività economiche hanno contribuito all’abbandono di interi quartieri, con un conseguente aumento del numero di edifici in rovina.

L’importanza della riqualificazione urbana per il futuro di Milano

Il caso di Milano dimostra che, sebbene il problema delle case fatiscenti sia presente, la città ha gli strumenti e le risorse per affrontarlo in modo efficace. La rigenerazione urbana è la chiave per trasformare le aree degradate in zone moderne e vivibili, riducendo al contempo il numero di edifici in rovina.

Milano, con la sua forte economia e la capacità di attrarre investimenti, ha già dimostrato di poter affrontare con successo sfide simili. Il futuro della città dipenderà dalla capacità di continuare su questa strada, promuovendo interventi che non solo migliorino l’aspetto estetico della città, ma che contribuiscano anche a risolvere problemi sociali ed economici.

La riqualificazione urbana non riguarda solo la demolizione di edifici fatiscenti, ma anche la creazione di spazi pubblici di qualità, la promozione di abitazioni accessibili e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale. In questo contesto, Milano può rappresentare un modello per altre città italiane che si trovano ad affrontare sfide simili.

Conclusioni: Milano tra sfide e opportunità

Il problema delle case fatiscenti è una sfida che Milano, come molte altre città italiane, deve affrontare con decisione. Sebbene la situazione nel capoluogo lombardo sia meno grave rispetto ad altre metropoli come Roma o Napoli, non si può negare che il fenomeno esista e richieda interventi mirati. La città, però, ha già dimostrato di avere le capacità e le risorse per trasformare le sfide in opportunità.

Attraverso una combinazione di rigenerazione urbana, incentivi fiscali e politiche lungimiranti, Milano può continuare a ridurre il numero di edifici fatiscenti, migliorando la qualità della vita dei suoi cittadini e preservando al contempo il suo prezioso patrimonio edilizio.

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