13.5 C
Milano
09. 10. 2024 06:33

Riscaldamento a Milano: l’impianto potrebbe diventare fuorilegge, attenzione alle nuove norme

Tutto quello che bisogna sapere sul riscaldamento e le sue nuove norme

Più letti

Con l’arrivo dell’autunno, la città si prepara ad affrontare il freddo e si accende il riscaldamento a Milano, ma quest’anno chi intende accendere stufe e camini dovrà fare attenzione a una serie di normative stringenti. Dal 15 ottobre 2024, infatti, nuove regole entreranno in vigore per tutti gli impianti a biomassa legnosa, con l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti e migliorare la qualità dell’aria. Queste disposizioni riguardano soprattutto i camini e le stufe, molti dei quali rischiano di diventare fuorilegge se non adeguati agli standard ambientali imposti dalla Regione Lombardia.

Riscaldamento a Milano: termosifoni e impianti centralizzati, le regole

Per quanto riguarda i termosifoni e i riscaldamenti centralizzati, l’accensione sarà consentita dal 15 ottobre 2024 al 15 aprile 2025 per un massimo di 14 ore al giorno. Le disposizioni in merito seguono la normativa nazionale e variano leggermente in base alla fascia climatica della città. Tuttavia, la vera sfida per i milanesi riguarda le stufe e i camini alimentati a biomassa legnosa, per i quali le nuove regole prevedono limitazioni più severe.

Riscaldamento a Milano: biomassa legnosa, quali impianti sono a rischio?

Gli impianti alimentati a biomassa legnosa, come stufe, camini e caldaie che utilizzano legna, pellet o cippato, sono al centro delle nuove normative regionali. Questi dispositivi dovranno rispettare rigidi standard di efficienza ambientale, pena l’impossibilità di accensione. Il Decreto Ministeriale 186/2017 stabilisce una classificazione in base alle emissioni prodotte, assegnando a ciascun impianto da una a cinque stelle. Solo gli impianti che raggiungono almeno tre stelle potranno essere utilizzati a Milano.

Per gli impianti nuovi, invece, il limite minimo per la conformità ambientale è stato fissato a quattro stelle, mentre quelli già esistenti devono essere almeno di classe tre stelle per poter funzionare. Chi non rispetterà queste regole rischia sanzioni salate, con multe che possono arrivare fino a 5.000 euro.

Riscaldamento a Milano, deroghe ed eccezioni: chi può ancora accendere camini e stufe

Nonostante le nuove restrizioni, esistono alcune deroghe. Gli impianti che possiedono meno di tre stelle potranno essere utilizzati solo in determinate condizioni:

– Se rappresentano l’unica fonte di riscaldamento dell’abitazione, fino al 15 ottobre 2024
– Se l’impianto ha un’efficienza energetica elevata, pari almeno al 75% per la legna e all’85% per il pellet.
– Se si tratta di impianti di piccole dimensioni (fino a 10 kW), utilizzati a scopi ricreativi.
– Per impianti storici in edifici vincolati da tutele.
Stufe ad accumulo, progettate direttamente in loco o integrate nell’edificio.

Oltre a queste deroghe, sarà necessario tenere sotto controllo le condizioni della qualità dell’aria, poiché l’accensione degli impianti può essere sospesa in caso di superamento dei limiti di inquinamento per più giorni consecutivi. Per rimanere aggiornati, i cittadini possono fare riferimento al portale Info Aria della Regione Lombardia.

Riscaldamento a Milano, come mettersi in regola: installazione e certificazione

Per chi ha intenzione di installare nuovi impianti o adeguare quelli esistenti, sarà obbligatorio rivolgersi a personale qualificato e rispettare le normative previste dal D.M. 37/2008 e dal D.Lgs. 28/2011. Gli impianti di potenza inferiore ai 35 kW devono conformarsi alla norma UNI 10683, mentre quelli di potenza superiore devono rispettare le disposizioni dell’Allegato IX del D.Lgs. 152/2006.

L’installatore dovrà fornire al proprietario dell’impianto il Certificato Ambientale, un documento che attesta il livello di emissioni e la classificazione in stelle. Questo certificato è fondamentale per garantire che l’impianto possa essere utilizzato nel rispetto delle nuove regole. Inoltre, i documenti dovranno essere registrati presso il CURIT (Catasto Unico Regionale Impianti Termici), dove verranno conservati a disposizione delle autorità competenti per eventuali controlli.

Sanzioni e controlli: cosa rischia chi non si adegua

Il Comune di Milano, in collaborazione con le autorità regionali, ha il compito di verificare che gli impianti rispettino le normative. Gli ispettori effettueranno controlli sugli impianti termici e chi verrà trovato in fallo rischia mult* che possono variare da 500 a 5.000 euro, in conformità all’articolo 27, comma 4 della legge regionale 24/2006.

Le sanzioni sono particolarmente severe per chi utilizza impianti non a norma o non registrati correttamente. Inoltre, chi non adegua il proprio impianto entro la scadenza rischia non solo di dover pagare multe, ma anche di dover affrontare spese aggiuntive per la sostituzione o l’adeguamento dell’impianto.

In breve

FantaMunicipio #5: certe luci non coprono le ombre cittadine

Tante novità anche questa settimana per la nostra Milano. Raccontiamo alcuni progetti pilota tra luci e ombre (come quello...