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19. 09. 2024 07:54

Strage di Paderno Dugnano, il 17enne ha incontrato i nonni al Beccaria

I nonni avevano chiesto di vederlo perché hanno deciso di non abbandonare il nipote anche nel suo percorso giudiziario

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A distanza di poco più di due settimane dalla strage di Paderno Dugnano, nel Milanese, avvenuta nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre, il 17enne, che ha ucciso a coltellate padre, madre e fratello di 12 anni, ha incontrato nel carcere minorile Beccaria i nonni.

Strage di Paderno Dugnano: un incontro toccante

Nonni che da giorni avevano chiesto di vederlo perché, comunque, malgrado ciò che è successo e che resta senza una vera spiegazione, hanno deciso di non abbandonare il nipote e di “sostenerlo”. Cinque giorni fa il Tribunale per i minorenni di Milano aveva autorizzato, su richiesta della difesa, il colloquio, dopo che sia il 17enne che i nonni, così come gli altri familiari, avevano manifestato la loro disponibilità.

Strage di Paderno Dugnano
Strage di Paderno Dugnano

I nonni, ma allo stesso modo gli zii del ragazzo, hanno più volte ripetuto, infatti, che vogliono rimanergli vicino e vogliono aiutarlo nel suo percorso giudiziario. E oggi si è trattato ovviamente, da quanto si è saputo, di un incontro toccante, fatto di lacrime, parole e silenzi.

La difesa, intanto, punta su una consulenza psichiatrica affidata ad un esperto per una successiva richiesta di perizia, affinché venga accertato se al momento dei fatti il giovane avesse o meno un vizio di mente. Per la difesa, inoltre, non può reggere nel procedimento l’aggravante della premeditazione, contestata, invece, dalla procuratrice facente funzione per i minori di Milano e dalla pm nell’accusa di triplice omicidio.

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Strage di Paderno Dugnano, dove eravamo rimasti (12 settembre 2024)

Il Tribunale per i minorenni di Milano ha autorizzato, su richiesta della difesa, l’incontro tra i nonni e il 17enne detenuto nel carcere minorile Beccaria per aver ucciso a coltellate padre, madre e fratello di 12 anni nella villetta familiare a Paderno Dugnano, nel Milanese, nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre.

Strage di Paderno Dugnano, autorizzato l’incontro fra il 17enne i parenti

Nei giorni scorsi, infatti, il legale del ragazzo ha chiesto il permesso per l’incontro, dopo che sia il 17enne che i nonni, così come gli altri familiari, hanno manifestato la loro disponibilità ad avere un colloquio. Nella giornata di mercoledì 11 settembre è arrivata l’autorizzazione e poi dovrà essere fissata la data dell’incontro. I nonni e gli zii hanno più volte ripetuto che, malgrado ciò che è successo, non abbandoneranno mai il 17enne e lo aiuteranno nel suo percorso giudiziario.

Strage di Paderno Dugnano
Strage di Paderno Dugnano [immagine di repertorio]
La difesa, intanto, lavora ad una consulenza psichiatrica affidata ad un esperto per una successiva richiesta di perizia, affinché venga accertato se al momento dei fatti il giovane avesse o meno un vizio di mente. E sempre la difesa punta nel procedimento a far cadere l’aggravante della premeditazione.

Intanto, oggi giovedì 12 settembre, a Paderno Dugnano, si svolgeranno i funerali delle tre vittime della strage e ad officiare le esequie sarà l’arcivescovo di Milano Mario Delpini.

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Strage di Paderno Dugnano, dove eravamo rimasti (6 settembre 2024)

La strage di Paderno Dugnano è stato un atto di violenza inaudita, una decisione che scuote profondamente il mondo giudiziario e la società. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Milano, Laura Margherita Pietrasanta, ha convalidato il fermo del 17enne accusato di aver compiuto il triplice omicidio a Paderno Dugnano. La gravità dell’atto, caratterizzato da quella che la gip ha definito come una «ferocia singolare e un accanimento nei confronti delle vittime», ha portato alla conferma della misura cautelare in carcere, con l’aggiunta dell’aggravante della premeditazione.

Strage di Paderno Dugnano, una decisione inevitabile: «Il carcere è l’unica misura possibile»

Per il giudice, il carcere resta l’unica opzione plausibile, viste le circostanze del crimine e la pericolosità sociale del giovane, incapace di controllare i propri impulsi. La convalida del fermo, con la detenzione al Beccaria, rimane aperta a un possibile trasferimento in un altro istituto penitenziario in futuro. L’impianto accusatorio regge nonostante la contestazione della difesa, che contesta l’aggravante della premeditazione. La confessione del ragazzo durante gli interrogatori, in cui ha parlato di pensieri omicidi “coltivati da tempo”, è stato un elemento chiave per il giudice.

«Ho agito d’impulso – ha dichiarato il giovane – ma sentivo un malessere esistenziale che covava da anni e volevo liberarmi da esso». Parole che descrivono una mente tormentata, ma che secondo la gip delineano una chiara predisposizione a “cambiare e aggiustare” la propria versione dei fatti.

Strage di Paderno Dugnano, un interrogatorio complesso: il giovane racconta i suoi pensieri

L’interrogatorio del 17enne è durato circa un’ora e mezza e ha fornito ulteriori dettagli su ciò che ha condotto a quella tragica notte. Il ragazzo ha ribadito di aver agito in un momento di disperazione, cercando di liberarsi da un profondo senso di malessere: «Non pensavo di arrivare a uccidere, ma quella sera sono esploso». Tuttavia, le sue parole contrastano con alcune dichiarazioni precedenti, dove aveva ammesso di avere da giorni l’idea di togliere la vita ai familiari.

«È stato durante la festa che ho iniziato a pensare di farlo – ha aggiunto – ma se avessi riflettuto più a lungo, non l’avrei mai fatto. Era una cosa assurda». Un pensiero che sembra confermare uno stato di confusione mentale, ma che non toglie il peso della sua confessione.

Strage di Paderno Dugnano

Strage di Paderno Dugnano, una lunga preparazione mentale: il malessere esistenziale del giovane

Il ragazzo ha dichiarato di sentirsi “distaccato dagli altri” già da qualche anno, nutrendo l’idea di voler vivere più a lungo delle persone comuni per conoscere il futuro dell’umanità. «Da questa estate ho iniziato a stare male, ma già prima mi sentivo diverso. I miei genitori notavano che qualcosa non andava, ma io dicevo sempre che era tutto a posto», ha spiegato. Una sensazione di estraneità che ha contribuito a isolarlo ulteriormente e a far crescere dentro di lui un senso di inquietudine.

Il nonno materno, riportando le parole del nipote, ha spiegato che dopo il delitto, il giovane aveva detto di voler “lasciare i beni materiali” e “staccarsi dai genitori”. Tuttavia, quando gli è stato chiesto perché avesse colpito anche il fratellino di 12 anni, la risposta è stata sorprendente: «Non sarei riuscito ad abbandonarlo».

La procura e la difesa: il confronto sulla premeditazione

La Procura per i minorenni di Milano, rappresentata dai magistrati Sabrina Ditaranto ed Elisa Salatino, aveva chiesto la custodia cautelare al Beccaria per il giovane, sollevando il pericolo di reiterazione del reato. Il legale del 17enne, Amedeo Rizza, aveva proposto il trasferimento in una comunità, cercando di dimostrare che il suo assistito non aveva piena capacità di intendere e volere al momento dei fatti. «Il Tribunale per i minorenni approfondirà la vicenda con la massima attenzione», ha spiegato Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale, sottolineando la delicatezza e complessità del caso.

Il contesto familiare e l’evoluzione dei pensieri del giovane nella strage di Paderno Dugnano

Dalla ricostruzione emerge un contesto familiare complicato, in cui il ragazzo si sentiva sempre più distante e incompreso. Aveva immaginato altre soluzioni al suo malessere, come allontanarsi da casa o trasferirsi in Ucraina, ma alla fine aveva scartato queste possibilità, giudicandole inefficaci per raggiungere il suo “scopo”. Durante i colloqui con gli esperti, il giovane ha rivelato una particolare sensibilità verso le questioni globali: «Pensavo spesso alle guerre e mi commuovevo per queste situazioni», ha affermato, aggiungendo che sentiva questa empatia mancare negli altri.

Prossimi passi: autopsie e perizie psichiatriche

Mentre le indagini continuano, il medico legale è stato incaricato di effettuare le autopsie sulle vittime, che si terranno nei prossimi giorni. Il legale del giovane, Amedeo Rizza, ha annunciato l’intenzione di nominare un consulente per valutare i profili psichiatrici del ragazzo, con l’obiettivo di ottenere una perizia che possa chiarire la sua capacità di intendere e volere al momento dell’omicidio.

Un futuro incerto tra giustizia e responsabilità

Il caso della strage di Paderno Dugnano continua a scuotere l’opinione pubblica, sollevando interrogativi sulla capacità di prevenire e affrontare situazioni di disagio mentale nei giovani. Le dichiarazioni del 17enne, intrise di contraddizioni e dolore, aprono una riflessione profonda sul tema della responsabilità individuale e collettiva, mentre la giustizia dovrà stabilire se il crimine commesso sia stato un atto di puro impulso o frutto di una premeditazione lucida e calcolata.

Un cammino giudiziario lungo e complesso attende ora il giovane, con la speranza che possa emergere una verità in grado di restituire almeno in parte una spiegazione a un atto così crudele e incomprensibile.

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