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18. 10. 2024 10:42

Treni troppo piccoli sulla Milano-Lecco: gli sbagli di Trenord e Regione

A meno di 2 mesi dal loro debutto sono stati già rimossi dalle linee più frequentate dai pendolari

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Il recente “salto indietro nel tempo” compiuto da Trenord è la dimostrazione lampante di come la mancanza di lungimiranza e competenza possano ridurre a nulla gli sforzi di modernizzazione nel settore del trasporto pubblico. Nonostante l’arrivo di nuovi treni per la tratta Milano-Lecco, una delle più battute dai pendolari, il risultato è stato un clamoroso passo indietro. A causa di una carente valutazione del volume di passeggeri, i nuovi treni, di dimensioni ridotte, sono stati rapidamente sopraffatti dalle esigenze di capienza, costringendo l’azienda a riutilizzare i vetusti convogli degli anni ’80, notoriamente sovraffollati.

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Il disinteresse di Trenord e Regione

La situazione è sintomatica di un più ampio disinteresse e di una mancanza di responsabilità sia da parte di Trenord che della Regione Lombardia. I pendolari, stretti tra ritardi cronici e condizioni di viaggio insostenibili, si sono trovati a rivivere una realtà di trasporto di decenni fa, senza ricevere alcun tipo di compensazione o, quanto meno, un’accettazione di responsabilità. Le scuse ufficiali non sono arrivate, e la risposta di Trenord si è limitata a giustificazioni tecniche riguardo la redistribuzione dei nuovi treni, sottolineando un’apparente strategia di riorganizzazione che, tuttavia, non sembra tenere conto delle reali necessità dei passeggeri.

C’è urgenza di cambiamento. Trenord e Regione dove sono?

Questa situazione solleva grandi interrogativi sulla capacità di pianificazione da parte dei vertici di Trenord e degli amministratori regionali. È sconcertante osservare come, nonostante le continue lamentele e le richieste di miglioramento da parte dei comitati dei pendolari, le autorità competenti sembrino rimanere sorde di fronte alle evidenti lacune nel sistema di trasporto pubblico lombardo, una criticità che affligge da tempo la mobilità della regione, ma che persiste nel rimanere inascoltata. La mancanza di azioni concrete e di un dialogo aperto con i pendolari trasmette un messaggio chiaro: l’urgenza di un cambiamento radicale è imperativa, ma la volontà di attuarlo rimane elusiva.

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