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04. 07. 2024 15:08

Affitti a Milano, un’indagine a 360 gradi in una città dalle mille anime

Cosa è cambiato a un anno dalla protesta delle tende

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Problema eterno, quello degli affitti a Milano che nell’ultimo anno è emerso prepotentemente da quando la studentessa Ilaria Lamera ha pensato di farlo esplodere in modo eclatante con la sua protesta piantando una tenda davanti al Politecnico di Milano, aggiudicandosi poi, in qualche modo un po’ paradossalmente, l’Ambrogino D’Oro. Proprio in questi giorni è emerso che lo studentato che sarà creato nella sede del Villaggio Olimpico di Scalo Romana offrirà monolocali a 1.000 euro al mese.

Non proprio un canone abbordabile per tutti, tenendo conto che i posti convenzionati saranno solo 150 su 1700. Il tema del caro affitti e della mancanza di alloggi, non riguarda solamente gli studenti fuori sede, ma anche lavoratori e famiglie. Gli affitti “a lungo termine” hanno spesso costi proibitivi e, come racconta ironicamente (ma non troppo) l’influencer Noemi Mariani conosciuta sui social come Mangiapregasbatty, spesso si trovano “proposte da incubo”, con tuguri invivibili. In questi anni si è attribuita la colpa agli affitti brevi che “drogherebbero” il mercato favorendo l’innalzamento dei prezzi di tutti gli affitti e togliendo la possibilità di trovare alloggi a lungo termine.

Affitti a Milano, un mercato variabile

Posto che le ragioni in realtà sono molteplici, e che il problema si pone da anni anche nelle altre grandi città europee, dalla fine del 2023 a Milano è iniziata una leggera frenata del numero degli appartamenti a disposizione online. A gennaio 2024, ad esempio, gli alloggi registrati sulle piattaforme erano 19.250, contro gli oltre 23 mila del gennaio 2023, come da dato fornito da Aigab, Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi. Ma si tratta di un mercato molto variabile, che cambia a seconda del periodo dell’anno e, soprattutto a seconda degli eventi più o meno di richiamo, che si svolgono in città, che per l’associazione quest’anno sono inferiori rispetto al passato.

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La Design Week è da tempo la settimana più “attraente” di Milano per viaggi d’affari e turismo. Quest’anno ha comportato un aumento degli alloggi registrati online a 20.800, contro i 13.104 dell’aprile 2023 e, secondo il Centro studi Abitare & Co in quella settimana è stato occupato l’89% di quegli appartamenti a disposizione. Terminata la Design Week, la situazione sarebbe tornata alla normalità e, anzi, per Scenari Immobiliari in questi mesi estivi, il numero di appartamenti disponibili sarebbe calato del 10%. Ci si chiede se è una tendenza che caratterizzerà anche i prossimi mesi.

Alloggi a Milano
Alloggi a Milano

Affitti a Milano, Marco Celani (Italianway): «Siamo sempre in regola e non perturbiamo il mercato»

Giovanni Seu

Amministratore Delegato di Italianway e presidente di Aigab (Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi), Marco Celani è uno dei maggiori conoscitori di questo settore e con lui parliamo di come si è sviluppato a Milano.

Cominciamo con un po’ di numeri per inquadrare il fenomeno.
«C’è da fare subito una premessa: una cosa sono gli annunci on line che valgono solo per qualche giorno l’anno, ad esempio la Settimana del mobile, e tutti gli altri stabili».

C’è differenza?
«Sì, i primi sono 20.400 mentre i secondi 6.800».

Non sono pochi.
«Ricordo che i primi equivalgono al 2,5% delle case in città, i secondi solo lo 0,8%».

Vorrebbe dire che gli allarmismi sono infondati?
«Lo dicono i dati. Giusto per avere un paragone, le case pubbliche, di Regione e Comune, ammontano a 62mila di cui sono 8.500 vuote. Tra l’altro non tutte sono in periferia, ce ne sono tante al centro e di pregio».

Un’accusa a chi pratica gli affitti brevi e che non sempre rispetta le leggi.
«Milano è una delle città esenti da questo fenomeno per due ragioni: gli adempimenti previsti dal Comune sono semplici e l’alta moralità delle persone che preferiscono fare le cose in regola».

Marco Celani
Marco Celani

Altro tasto dolente, i prezzi.
«È un altro mito da sfatare, ovvero che noi facciamo aumentare gli affitti: non è vero, gli affitti con contratto 4+4 anni crescono perché c’è un adeguamento con l’Istat. Noi modifichiamo le tariffe tutti i giorni, spesso abbassiamo i prezzi».

Eppure a Barcellona hanno deciso di chiudere con gli affitti brevi.
«A parte il fatto che si stanno violando le leggi sulla proprietà privata, dico solo che stanno sbagliando bersaglio perché lì gli affitti sono cresciuti nonostante gli Airbnb siano stati bloccati per anni».

Quindi non è proibendo gli Airbnb che si promuove il mercato degli affitti?
«Certo che no, i canoni scendono se si realizzano politiche di alloggi pubblici».

I titolari degli hotel vi accusano di praticare concorrenza sleale.
«Lo dicono da sempre, rispondo così: noi abbiamo gli stessi obblighi degli hotel ma, a differenza loro, non usufruiamo di contributi pubblici a fondo perduto né di cassa integrazione».

Però se voi chiudete loro guadagnano clienti.
«È del tutto falso, se si dovesse arrivare a questo il mercato degli affitti brevi esisterebbe lo stesso ma in nero, fuori controllo, gestito da gente che non darebbe garanzie ai clienti».

In quali zone della città gli Airbnb sono più sviluppati?
«In centro ma ci sono anche nei quartieri più decentrati».

Come sta andando la stagione?
«La nostra attività si basa sugli eventi che richiamano i turisti, quest’anno a Milano sono diminuiti e noi ne risentiamo».

Affitti a Milano, il commento

di Simone Basilico

Il sindaco di Barcellona Jaume Collboni Cuadrado lo ha annunciato pochi giorni fa: nella città spagnola sarà imposto il divieto di affitti brevi entro il 2029. Una novità importante per il capoluogo della Catalogna in cui sono presenti oltre 10mila appartamenti destinati agli affitti a breve termine: un modello replicabile anche a Milano?La città catalana abolirà le licenze attualmente valide per 10.101 alloggi.

Questa misura mira a ridurre il costo degli affitti per i residenti, che hanno subito una forte impennata, e a migliorare la vivibilità della città per gli abitanti. «A partire dal 2029 gli appartamenti turistici come sono concepiti oggi scompariranno dalla città di Barcellona», ha spiegato il sindaco.

«Ci vorrà del tempo ma almeno la Spagna si è mossa: la notizia che Barcellona vieterà l’affitto delle case ai turisti dal 2028 e che revocherà migliaia di licenze crea un precedente unico per un vero riordino del problema delle locazioni brevi in Italia – ha commentato il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – I prezzi degli affitti sono lievitati in maniera esponenziale impedendo ai cittadini residenti di misurarsi con un mercato sano delle locazioni per uso abitativo. È ora che anche in Italia si prendano decisioni apparentemente impopolari, ma che possano fare il bene del turismo e anche di coloro che in Italia vivono. Noi portiamo avanti questa battaglia da tempo immemorabile: ma ad oggi, fatta salva l’iniziativa del codice identificativo per le imprese ricettive, non si è ancora optato per una posizione più drastica», ha concluso Bocca.

Intanto già a inizio anno erano emersi dati che il mercato immobiliare legato a questa tipologia stava registrato una frenata con il dato più basso degli ultimi 7 anni, a eccezione del 2021.

Affitti a Milano, il caso limite della Design Week: canone a +214%

Nelle zone interessate dal Fuorisalone (Tortona, Brera, Garibaldi/Porta Volta, Isola, Porta Romana e Lambrate, anche se qui non si svolge più) è stato affittato l’89% degli appartamenti disponibili. Nella settimana della Design Week il canone medio settimanale e aumento del 214% rispetto a qualsiasi altra settimana dell’anno senza eventi internazionali, con un canone medio settimanale da 1.207 euro a 3.855 euro. Lodice il Centro studi Abitare & Co.

Affitti a Milano, il numero

-10%

Affitti brevi nel periodo primavera estate 2024

Fonte: Scenari immobiliari

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