«È ora che la Rai faccia il suo dovere. Dopo 8 mesi di menzogne e di censure, è ora di iniziare a raccontare la verità al popolo italiano che paga il canone», scrivono su Instagram gli attivisti scesi in corso Sempione nel tardo pomeriggio di mercoledì 29 maggio per manifestare davanti alla sede della Rai di Milano.
La protesta in corso Sempione contro la censura della Rai
«Più di 50 persone sono state bruciate vive a Rafah davanti al mondo intero e la RAI non ha speso neanche una parola a riguardo. 50 sfollati sono stati bruciati, decapitati, uccisi nelle loro tende nel totale silenzio della televisione italiana. È ora che la RAI inizi a parlare dello sterminio e del genocidio in corso dal 7 ottobre nella Striscia di Gaza», è il messaggio degli attivisti.
La manifestazione è stata organizzata sui social e si svolta in corso Sempione 27, M5 – Fermata Domodossola FN, concludendo il suo percorso verso l’Arco della Pace dopo le ore 21:30.
Diego Schettino, attivista che abbiamo già imparato a conoscere per il suo impegno a Milano, era presente alla manifestazione: «Oggi ormai è diventato un trend mettere l’immagine con “All Eyes on Rafah”, ma è troppo comodo farlo oggi dopo 8 mesi. Sono ormai 46.000 le vittime di cui la maggior parte donne e bambini, uccisi da Israele ma per la Segre questo non è un genocidio. E’ da tre giorni che Israele sta attaccando i campi profughi che erano definiti sicuri con molti bambini decapitati e bruciati. Quindi ora chiedo alla Segre se valgono solo i bambini ebrei o ora inizia ad aprire gli occhi e ammettere che c’è lo sterminio del popolo Palestinese. Ci può essere pace solo con la vittoria della Palestina senza compromessi, il Sionismo deve essere sconfitto a partire dai media».
Protesta contro la censura della Rai: il precedente
“No alla propaganda sionista. Rai = Radio televisione israeliana”. Era uno degli striscioni sorretto dai manifestanti davanti alla sede Rai di Bologna che protestavano, lo scorso 15 febbraio, contro la televisione pubblica dopo la «censura in tv del genocidio dei palestinesi da parte di Israele». In viale della Fiera erano state diverse centinaia le persone che partecipano al presidio indetto dai Giovani Palestinesi di Bologna. L’ingresso della sede della Rai fu vigilato con tre blindati di polizia e carabinieri.
Tante le bandiere della Palestina e i cartelli contro la Rai, come “Rai Rete dell’Asse Israeliano”. Mentre i numeri del presidio continuano a crescere, il direttore della sede e il caporedattore della Tgr Emilia-Romagna erano scesi a parlare con i manifestanti, che hanno chiesto di poter leggere in tv un comunicato.