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18. 10. 2024 15:22

JAZZMI is now: più di 200 concerti in cartellone

Milano torna a essere la città del jazz: fino al 13 novembre. Fra la Triennale, il Blue Note e tantissimi altri teatri, club e spazi non convenzionali ospiteranno il meglio della scena nazionale e internazionale

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Le mille sfumature del jazz sono pronte a colorare Milano. Con una nona edizione ricca e rinnovata, torna JAZZMI: fino al 13 novembre la rassegna musicale proporrà oltre 200 concerti, con eventi, proiezioni cinematografiche, mostre e molto altro. In cartellone giganti del jazz tradizionale, avanguardisti d’eccellenza, protagonisti di eventi nei teatri, nei club e negli spazi alternativi di Milano.

La rassegna è prodotta dall’Associazione JAZZMI, Ponderosa Music & Art. Per consultare il calendario di eventi completo ed acquistare i biglietti dei concerti visitare il sito jazzmi.it.

JAZZMI, i luoghi

Saranno due i poli principali: Triennale Milano (sede anche della fase finale del contest Jazzdesignjazz) e Blue Note Milano, ma l’eco di JAZZMI si farà sentire anche altrove: nei luoghi non convenzionali come ADI Design Museum, Armani/Silos, Eataly Smeraldo, Cascina Nascosta; c’è il ritorno dei club, dall’Alcatraz ai Magazzini Generali, passando per Santeria Toscana 31, BIKO Milano, BASE e Arci Bellezza; teatri simbolo della città come Teatro Dal Verme, Carcano, Menotti, Lirico Giorgio Gaber, San Babila: vere chicche di intrattenimento musicale anche in Conservatorio di Milano, l’Auditorium S. Fedele e Il Centro Culturale di Milano.

Notte di paura e blues. Anche quest’anno, il jazz, animerà la notte di Halloween di Triennale Milano Teatro: il 31 ottobre dalle 18.30 ci sarà la battle simbolica tra hip hop e rap di Willie Peyote con il virtuosismo al pianoforte di Francesco Cavestri (ingresso libero); dalle 23.00 il ritorno di Ilhan Ersahin’s Istanbul Sessions con la loro miscela di musica dance e jazz free-form (biglietti da 25,30 su ticketone.it).

JAZZMI, il direttore artistico Luciano Linzi: «Siamo inclusivi e dinamici»

«JAZZMI è nato nel 2016 e sin dalla sua prima edizione ha voluto proporsi con delle caratteristiche particolari. L’idea portata avanti con Titti Santini, altro direttore artistico, era di ispirarci al London Jazz Festival. Ci era piaciuto lo spirito che animava, e anima tuttora, quella manifestazione, ideata dal compianto John Cummings».

Luciano Linzi
Luciano Linzi

«Ci sembrava il modello adatto da adottare per riportare un grande, ambizioso festival jazz a Milano, città che ne soffriva la mancanza da tanto, troppo tempo. Un festival come questo non si era mai visto. Diffuso su tutto il territorio, inclusivo, trasversale, dinamico».

«Il jazz ha queste qualità nel suo DNA e non è un caso che questa musica sia stata subito apprezzata dalla città di Milano: il jazz continua a rigenerarsi attraverso le sue più audaci e innovative declinazioni, le sue aperture verso altri generi, altre esperienze sonore. Milano ha dimostrato di apprezzare e di seguire con grande coinvolgimento l’evoluzione dinamica di questa musica rappresentata attraverso JAZZMI. Lo slancio verso il futuro sembra accomunare questa musica e questa città».

JAZZMI, Enrico Intra: «La mia città e i suoi locali storici»

«Ebbene sì, sono di parte. Sono un milanese doc, classe 1935, nato proprio nei giorni in cui Giovanni D’Anzi eseguiva la sua nuova composizione, O mia bela Madunina. Il mio lungo percorso musicale è iniziato verso i quindici anni, ai tempi ci si esibiva in club, che erano poco più di cantine imbiancate alla meglio».

«Capitava di essere ingaggiati nei teatri e costretti a suonare dietro le quinte, nell’attesa dell’arrivo di una star internazionale: tra queste c’era Frank Sinatra e proprio quella sera il mio trio fu notato da Arrigo Polillo che aveva dato vita ad un Festival del Jazz di Sanremo. Una felicità unica per un pischello di vent’anni parteciparvi, coronata da dieci minuti ed oltre di applausi. Poco dopo l’impresario Remigio Paone volle organizzarmi un concerto milanese nel Teatro Odeon da oltre mille posti. L’insuccesso fu clamoroso: venti poltrone occupate».

Enrico Intra
Enrico Intra

«Mi rimisi a studiare e a suonare in pubblico. A Milano, nel frattempo, si erano affermati altri due locali: l’Arethusa, regno del jazz tradizionale e il Santa Tecla, tempio del rock nascente grazie al ballerino Bruno Dossena e ad un giovanissimo Adriano Celentano. Al Santa Tecla, durante le ore più piccole, si poteva ascoltare del jazz moderno. Qui spesso si univa anche Chet Baker, un grande musicista: con lui si suonava con passione, benché disturbati dai rumorosi avventori che non gradivano il jazz».

«Per questo mi trasferii nello scantinato del piccolo Hotel Derby, dove nacque l’Intra’s Derby Club, che con l’aiuto dell’amico Bruno Munari e degli architetti Castiglioni si trasformò nel locale di successo che tutti conoscono. Irripetibile fu l’esperienza al Capolinea, aperto dal 1968 al 1998, un club dalla grande rinomanza in Europa e Stati Uniti. Oggi rimango il fondatore della Scuola Civica di Jazz, parificata dal Ministero competente ai pubblici Conservatori. La mia gratitudine va agli Amministratori locali che, nel corso degli anni, ci hanno permesso di assegnare cattedre d’insegnamento a prestigiosi musicisti, senza intoppi burocratici».

JAZZMI, Calibro 35: «Saboteremo tutto, come fa il jazz»

I Calibro 35 lunedì saliranno sul palco del teatro Dal Verme con il loro Jazzploitation: «Milano, dove siamo nati artisticamente, è il nostro teatro di posa, il nostro laboratorio»

Ispirarsi alle colonne sonore dei mitici film poliziotteschi anni ’70 è la loro cifra. Ma i Calibro 35, da poco entrati a far parte dell’agenzia Ponderosa, che produce JAZZMI, lunedì al Dal Verme suoneranno “a modo loro” un repertorio speciale che nasce per il Festival: Jazzploitation.

Tornate ad esibirvi a Milano, sede della vostra genesi.
«Siamo nati in una calda estate del 2007, sotto il tetto dei Laboratori Testone, studio di registrazione a Villapizzone. Erano anni diversi, si respirava aria di quartiere, con tutti i suoi problemi annessi. Fu Tommaso Colliva, per primo, a porre le basi del gruppo, facendoci conoscere».

Da lui nacque l’idea delle colonne sonore, il vostro terreno musicale?
«Ci illuminò per cosa, effettivamente, fosse famosa la musica italiana all’estero negli ultimi trent’anni. Erano le colonne sonore degli anni Sessanta e Settanta: questo è un progetto al quale teniamo molto, è nato a Milano con un assembramento di non milanesi. Secondo noi Milano è l’unica città italiana costruita da persone non nate necessariamente qui e questo è significativo».

Calibro35
Calibro35

La vostra è una contaminazione musicale tra rock e jazz, che trae ispirazione dai polizieschi (come i 35mm della pellicola cinematografica, ndr). Quale è la zona più “noir” che conoscete in città?
«Tutti i film a cui ci siamo ispirati per le nostre musiche si svolgono in realtà dure, periferiche, come era una volta Milano, in particolare la zona dei Navigli. Negli anni Novanta in Darsena c’erano sabbia, draghe e chiatte ed era una zona povera. Il nostro mondo immaginativo trae ispirazione molto da quella mitologia».

E la Milano contemporanea?
«È il nostro teatro di posa, il laboratorio, al quale facciamo riferimento per produrre. La convergente Milano di oggi funge da teatro di azione di una ispirazione trovata, però, altrove».

Quale funzione ricopre il jazz nella musica odierna?
«È una scatola di gioco dai confini molto ampi. Il jazz oggi si studia didatticamente, anche se, in realtà, l’approccio al genere è totalmente naïf. L’irriverenza lo genera, non la riverenza. Quello che accade, ad esempio, alla musica classica è l’eccessivo utilizzo di didattica e regole, per questo ha un target di pubblico anziano».

Jazz è sinonimo di rivoluzione?
«Bisogna distruggere, sabotare, contaminarsi, mettersi in discussione. Fare jazz è fare questo. Miles Davis lo insegna, un tipo rivoluzionario come lui in accademia avrebbe fatto ben poco».

È questa la chiave di apertura verso il mondo dei giovani?
«Si sa che il jazz è tra i generi meno ascoltati dalle nuove generazioni. Probabilmente è una questione di lontananza di età, ma bisogna considerarci impossibilitati a questo tipo di comunicazione. In realtà ci sono molti producer di rap e trap che del mondo black e funk hanno tratto ispirazione. A Los Angeles abbiamo lavorato con Dr. Dre, ad esempio: in America hanno capito che un brano ascoltato da un quindicenne può avere un sample tratto da un brano jazz classico».

E in Italia?
«I giovani non hanno tempo per documentarsi, hanno solo tempo per vivere. La comprensione arriva dopo, quando ci si ferma. Non ne possiamo fare una colpa, è la loro natura».

Il vostro rapporto con JAZZMI?
«Siamo da poco entrati a far parte della famiglia di Ponderosa, il cui gusto musicale è specchio di questa rassegna. Ci siamo sentiti già accolti in famiglia».

Anticipazioni sul concerto di lunedì?
«Non sarà la nostra prima esibizione al Dal Verme. Eravamo stati qui con un fitto repertorio sul cinema horror degli anni Settanta. Lunedì porteremo Jazzploitation, un repertorio completo sulla musica jazz internazionale, alla nostra maniera, ovvero con una sana capacità di sabotare».

Lunedì alle 21.00
Teatro Dal Verme
Via San Giovanni sul Muro, 2
da 25,30 euro su ticketone.it e jazzmi.it

JAZZMI, 5 da non perdere al Blue Note Milano

Via Borsieri, 37

Giovedì 24 alle 20.30 e alle 22.30

Venerdì 25 alle 20.30 e alle 23.00

Andrea Motis Temblor Trio

Da 27 euro su bluenotemilano.com

 

Sabato 26 alle 20.30 e alle 23.00

Domenica 27 alle 20.30 e alle 22.30

Billy Cobham Time Machine

Da 32 euro su bluenotemilano.com

 

Mercoledì 30 alle 20.30

Francesca Tandoi

Da 25 euro su bluenotemilano.com

 

Giovedì 31 ottobre alle 20.30 e alle 22.30

Bette Smith

Da 32 euro su bluenotemilano.com

 

Venerdì 1° novembre alle 20.30 e alle 23.00

Ida Nielsen & The Funkbots

Da 22 euro su bluenotemilano.com

JAZZMI, 5 da non perdere alla Triennale

Viale Alemagna, 6

 

Venerdì 1° novembre alle 20.00 e alle 22.00

Bill Frisell

Da 30 euro su ticketone.it, ticketmaster.it e triennale.org

 

Sabato 2 novembre alle 21.00 e alle 23.00

Murubutu & Moon Jazz Band

Da 32,20 su ticketone.it e ticketmaster.it

 

Domenica 3 novembre alle 18.00

JazzDesignJazz (finale) feat. Enrico Intra, Tullio De Piscopo e Enrico Rava

10 euro su triennale.org

 

Martedì 5 novembre alle 21.00

Moor Mother

Da 26,45 su ticketmater.it

 

Sabato 9 novembre alle 20.00 e alle 22.00

Danilo Rea Opera in jazz

Da 28 euro su triennale.org

 

JAZZMI, 5 da non perdere EXTRA

 

Venerdì 18 ottobre alle 21.00

Teatro Carcano

Corso di Porta Romana, 63

Eliades Ochoa

Da 34,50 euro su ticketone.it e ticketmaster.it

 

Domenica 20 ottobre alle 21.00

Magazzini Generali

Via Pietrasanta, 16

The Amy Winehouse Band

Da 28,75 euro su ticketone.it, ticketmaster.it e dice.fm

 

Martedì 22 ottobre alle 21.30

Arci Bellezza

Via G. Bellezza, 16/A

Supermarket

13,80 euro su dice.fm

 

Mercoledì 23 ottobre alle 20.30

Anfiteatro del Liberty

Piazza del Liberty, 1

Theo Crocker

Ingresso libero con prenotazione su dice.fm

 

Venerdì 25 ottobre alle 21.00

Conservatorio

Via Conservatorio, 12

Stefano Bollani & Iiro Rantala

Da 40,25 euro su ticketmaster.it e ticketone.it

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