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09. 10. 2024 06:24

La Febbre del sabato sera, Tony Manero sbarca al Teatro Nazionale

Da giovedì il teatro Nazionale - Italiana Assicurazioni si trasformerà nella 2001 Odyssey. Il musical farà rivivere le emozioni di una storia senza tempo, grazie anche alle indimenticabili musiche dei Bee Gees

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Tony Manero e La Febbre del sabato sera sono tornati. L’attesa stagione del musical milanese prende il via proprio con questo classico, in cartellone al Teatro Nazionale – Italiana Assicurazioni da giovedì 10 ottobre e che rimarrà in scena – in esclusiva solo a Milano – fino al prossimo 11 gennaio, con una replica speciale il 31 dicembre per festeggiare l’arrivo del nuovo anno.

La Febbre del sabato sera arriva al Nazionale

La nuova versione italiana è affidata alla Compagnia della Rancia, su licenza di Broadway Licensing. La storia è quella conosciuta dall’omonimo film Paramount/RSO che nel 1977 lanciò la carriera di John Travolta, adattata poi per il palcoscenico da Robert Stigwood in collaborazione con Bill Oakes (North American version scritta da Sean Cercone e David Abbinanti).

Tornano le celebri colonne sonore dei Bee Gees (Stayin’ alive, Night fever, You should be dancing e How deep is your love, i brani più venduti al mondo fino all’arrivo di Thriller di Jackson) portate in scena con l’energia di oltre venti performer. Il testo e le liriche di alcune canzoni sono stati tradotti da Franco Travaglio, mentre i brani che animano le scene ambientate alla 2001 Odissey sono interpretati in inglese e trasformeranno il Teatro Nazionale – Italiana Assicurazioni in una sfavillante discoteca.

Simone Sassudelli
Simone Sassudelli

Il cast. A Simone Sassudelli (Tony Manero) e Gaia Soprano (Stephanie Mangano) i ruoli dei protagonisti, mentre Jessica Lorusso è Annette, Natascia Fonzetti è Dj Monty e Alice Grasso è Candy. La regia porta la firma di Mauro Simone, che prende spunto dalle inquadrature immersive del film e dall’indimenticabile piano-sequenza di apertura con un giovanissimo John Travolta per le strade di Brooklyn, restituirà a teatro freschezza e attualità alla storia dell’italo-americano Tony Manero che ha infiammato una generazione.

La Febbre del sabato sera, info

Teatro Nazionale – Italiana Assicurazioni
Via Giordano Rota, 1
Dal 10 ottobre 2024 all’11 gennaio 2025
Da mercoledì a sabato alle 20.30, sabato e domenica pomeriggio alle 15.30
Biglietti da 38 euro su teatronazionale.it e ticketone.it

La Febbre del sabato sera arriva al Nazionale: «Il vero messaggio è: non lasciarsi vivere»

Siamo abituati a pensare a La Febbre del Sabato Sera come una pellicola ancorata al suo passato, in realtà è dotata di un realismo molto profondo. Racconta la verità cruda di quegli anni ed è attuale, perché rispecchia il contrasto tra le difficoltà che c’erano in quel periodo dal punto di vista sociale, politico, culturale con ciò che la musica era in grado di combattere – a suon di disco-beat – per azzerare tali difficoltà.

Stayin’ alive è il secondo estratto dalla fortunata colonna sonora del film Saturday night fever: nel 1977 non si era riusciti a dare l’importanza giusta ad un testo così importante, così vero.

Se ascoltiamo il brano pensiamo alla disco, all’allegria, alla leggerezza. Al contrario i Bee Gees volevano comunicare un messaggio di sopravvivenza, incitavano a non lasciarsi vivere (e vincere) dalle difficoltà e dai problemi: restare vivi, insomma, ma con coraggio e forza, e i giovani di allora avevano bisogno di entrambi per “superare il ponte” (scena madre della narrazione).

Spesso rimaniamo a guardare la vita che ci passa sotto quel ponte, senza pensare che il cambiamento parte da noi. Il mio lavoro registico è partito da questo essenzialismo e realismo, quasi alla Rossellini, per arrivare ad uno specchio di attualità assoluta.

La Febbre del sabato sera, Matteo Forte: «Uno spettacolo a prova di boomer e millennial»

Questo è il primo anno in cui Stage Entertainment sospende le produzioni dirette. Accadde già nel 2013, quando decidemmo di farlo a seguito dei primi quattro anni di investimenti di diversi milioni di euro in spettacoli-replica (La Bella e la Bestia, Mamma mia, Sister Act), ben riusciti, ma non capaci di rientrare in tali investimenti.

Negli anni a venire trovammo una nuova formula di bilanciamento grazie ai numeri straordinari di Pretty Woman – uno spettacolo mai prodotto prima in Italia – e di tanti altri fortunati titoli. Il nostro lavoro di oggi è quello di capitalizzare tutta l’esperienza pregressa, ponendoci alla ricerca di nuovi titoli su indagini di mercato provenienti dal gusto e dalle preferenze dei nostri clienti.

Il titolo scelto, quest’anno, è stato La febbre del sabato sera. Lo step successivo è stato quello di capire chi potesse non solo investire in tale produzione, ma di farlo con una certa affidabilità sul mercato. Non ci sono stati dubbi, la Compagnia della Rancia è sinonimo di garanzia e lo sappiamo dal 2013, quando portammo insieme in tour Flashdance. La febbre del sabato sera ha come caratteristica principale quella di attrarre ogni tipo di pubblico.

Per dirla con il linguaggio moderno, con la Compagnia della Rancia, si è puntato su uno spettacolo in grado di coinvolgere boomer e millennial grazie a quell’alchimia basata su musica, trama e protagonisti che hanno fatto di questa storia prima un film e poi un musical, davvero unico e inimitabile nel suo genere. L’obiettivo, dunque, è proprio quello di portare a teatro generazioni diverse cercando, impresa tutt’altro che scontata, di farle divertire, ballare e cantare insieme.

La Febbre del sabato sera, la trama

Tony lavora in un negozio di vernici e, durante la settimana, conduce una vita monotona, ma il sabato sera diventa il “re” della discoteca 2001 Odyssey, dove è ammirato da tutti per il suo stile e le sue incredibili abilità di ballerino. La ricerca di sé, le ambizioni giovanili, le tensioni familiari e sociali e il desiderio di riscatto attraversano la storia, sullo sfondo della vibrante scena disco degli anni Settanta.

Con il sogno di una vita migliore lontano da Brooklyn, Tony vede nella danza la sua via di fuga: l’incontro con Stephanie Mangano, tenace e ambiziosa, che vuole trasferirsi a Manhattan per costruirsi una carriera, rappresenta una svolta per entrambi. Insieme, decidono di partecipare a una competizione di danza che potrebbe segnare l’opportunità di cambiare il loro destino.

La Febbre del sabato sera, dieci dietro le quinte

1
Ricordate “La Tata”? L’attrice Fran Drescher esordisce come attrice proprio in Saturday night fever, dove interpreta la piccola parte di Connie, una ragazza che incontra Tony Manero in discoteca scambiandolo per Al Pacino.

2
Ci sono anche Ann ed Helen Travolta, (sorella e madre di John) come comparse nei titoli di testa. Appaiono come una ragazza della pizzeria “Lenny’s” e una cliente del negozio di vernici.

3
Il film è stato girato a Brooklyn nell’estate del 1977, interamente in esterni, spesso alle prime luci dell’alba per evitare la curiosità degli abitanti del posto, in particolare nella zona sud-orientale, presso il Ponte di Verrazzano, Bay Ridge, Sunset Park.

4
Il successo al botteghino è stato enorme: il film ha guadagnato circa 95 milioni di dollari negli Usa e altri 143 milioni nel mondo, per un incasso totale di quasi 240 milioni.

5
Anche la zebra Marty in Madagascar imita con una citazione esplicita la celebre camminata di Tony Manero all’inizio del film, sulle note di Stayin’ Alive.

6
Come dimenticare l’abito bianco indossato da John Travolta con i pantaloni a zampa d’elefante: acquistato per poco più di 2.000 dollari nel 1978, qualche anno dopo il vestito in poliestere è stato venduto all’asta da Christie’s dal critico cinematografico Gene Siskel per 145.000 dollari.

7
Ricordate la scena in cui Tony Manero balla da solo sulle note di You Should be dancing? Fu girata senza interruzioni, con Travolta che improvvisò sulla pista.

8
L’edifico dove nel 1977 sorgeva l’Odyssey 2001 – la discoteca di quartiere al n. 802 della 64th Street di Brooklyn – è stato demolito e oggi, al suo posto, c’è un ristorante asiatico.

9
La luccicante pista da ballo è stata venduta per 325.000 dollari nel giugno 2024, da Julien’s Auctions and Turner Classic Movies a Los Angeles. Il prezzo di partenza era di 50mila dollari, le misure 7 metri di lunghezza per 5 metri di larghezza, con ben 288 lampadine colorate.

10
Soltanto due brani dell’indimenticabile colonna sonora furono scritti dai Bee Gees appositamente per il film: If I can’t have you e How deep Is your love.

La Febbre del sabato sera, i protagonisti Simone Sassudelli (Tony Manero) e Gaia Soprano (Stephanie Mangano): «Il pubblico scoprirà quanto Tony e Stephanie sono attuali»

Simone Sassudelli e Gaia Soprano
Simone Sassudelli e Gaia Soprano

Quali sono i punti di forza del vostro personaggio?
Simone: «Tony Manero non è solo un immigrato italo-americano alla ricerca della sua identità, che vive un’adolescenza in tumulto tra conflitti familiari e difficoltà economiche, ma anche un ragazzo dotato di una linfa diversa, il suo amore per la danza».
Gaia: «Stephanie è tenace e ambiziosa, vuole trasferirsi a Manhattan per costruirsi una carriera. Ѐ la tipica ragazza di oggi, alla costante ricerca della sua indipendenza e di un futuro di riscatto».

Cosa si vedrà di diverso rispetto alla pellicola cinematografica?
S: «Se da una parte alcuni tratti di Tony rimangono intoccabili, come la camicia aperta, le collane, i muscoli in vista, cercheremo di far trasparire maggiore emozione in questo personaggio. Vorremmo ritrarlo come un giovane investito della responsabilità del cambiamento, non cercato altrove, ma solo in se stesso».
G: «Un lato più dolce. Stephanie cambia atteggiamento nel corso degli eventi e questo sarà una scoperta nelle sue fragilità».

Il brano preferito?
S: «Stayin’ alive. Non è solo il pezzo che apre lo spettacolo ma è anche il messaggio al quale tutti dovremmo far riferimento nella vita di tutti i giorni. Ho un legame anche sentimentale con la storia dei Bee Gees, a casa sentivamo i vinili in continuazione».
G: «What kind of full è un gioiello. Non è solo una canzone, ma un monologo cantato, in cui i pensieri emergono in maniera disinibita e profonda».

La tua Milano?
S: «Arrivando dal Trentino, questa città, per me, può essere solo sinonimo di opportunità. Ho avuto solo porte aperte per quello che era il mio sogno, fare il musical. Qui ho studiato alla SDM – La Scuola del Musical prima di volare negli Stati Uniti».
G: «Da milanese è un onore potermi esibire qui. Sono una ragazza cresciuta in viale Certosa che per lavoro si è dovuta trasferire altrove, ma che trova in Milano la città che va oltre la pioggia o la nebbia. Ricordo la prima volta al Nazionale alla prima di Mary Poppins, un palco raggiunto poi come ensemble ne La Piccola Bottega degli orrori».

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