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30. 06. 2024 22:34

Milano Pride 2024, la giornata della libertà di essere: «Rendiamo giustizia a tutti i diritti umani»

È il clou del Pride Month, il mese dedicato alla comunità LGBTQIA+ che come sempre si conclude con la parata per le strade di Milano e con l’evento finale all’Arco della Pace

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“Liberə di essere”, perché libertà, autodeterminazione, rispetto della dignità e dell’integrità fisica e morale di ogni individuo sono i principi basilari della convivenza civile, riconosciuti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dalla Costituzione della Repubblica Italiana. Il tema portante di Milano Pride 2024 vola alto, come sempre, sopra i tanti eventi che stanno animando la città e sopra la grande parata arcobaleno che domani sfilerà da piazza della Repubblica all’Arco della Pace. Ma che per alcuni è ancora divisiva.

Eppure si fa portavoce di chi chiede di essere liberə di esistere in nome dell’integrità fisica, della lotta contro l’omotransfobia e i femminicidi, e con una forte richiesta di cessate il fuoco a Gaza.

Milano Pride 2024: il concetto di famiglia

Ma anche liberə di essere una famiglia, perché non esiste un concetto di famiglia giusta o sbagliata. E poi liberə di crescere contrastando la violenza di genere e il bullismo di matrice omolesbobitransafobica nelle scuole, così come supportando le persone transgender nel loro percorso di studi a partire da una implementazione delle carriere alias.

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Organizzato da CIG Arcigay Milano in collaborazione con le associazioni del Coordinamento Arcobaleno, Milano Pride 2024 ha il Patrocinio della Commissione Europea e del Comune di Milano, oltre che di numerosi altri Comuni del territorio. Sono oltre 300mila le persone attese alla parata e allo show di domani che si concluderà all’Arco della Pace, per un evento con attivisti, politici, performer e cantanti condotto da Marta Pizzigallo, Edoardo Zaggia, Francesco Cicconetti, Kaze e Fabrizio Colica.

Milano Pride 2024: l’omaggio a Pinocchio

Per il quarto anno consecutivo Simone dell’Aglio, in arte Simone The Graphic, sceglie un monumento milanese per la realizzazione dell’artwork dedicato al Pride, che vedete nella copertina di Mi-Tomorrow. Quest’anno la scelta è ricaduta sulla fontana dedicata a Pinocchio posta nei giardinetti di Corso Indipendenza.

 

«Con questa scelta voglio mettere in opposizione l’amore celato, rappresentato dal burattino, e l’amore svelato, raffigurato invece dal bambino — spiega l’artista —Una dicotomia tra bugie e verità che vuole superare il pregiudizio, ancora vivo, secondo il quale l’amore che va oltre quello standardizzato delle coppie uomo/donna sia una menzogna o peggio, qualcosa di innaturale che non merita pari diritti».

Milano Pride 2024, Alice Redaelli (presidente di Cig Arcigay Milano): «Un Rainbow Center per rendere Milano ancora più un faro»

Per Cig Arcigay Milano è un Pride particolare, perché arriva nel 40° anniversario della nascita dell’associazione. «La città è cresciuta moltissimo, si è esposta molto, anche perché qui è presente la più grande comunità LGBTQIA+ d’Italia, ma anche la partecipazione della società civile ha creato terreno fertile per questo sviluppo», spiega Alice Redaelli, presidente di Cig Arcigay Milano.

Che storia si è scritta in questi 40 anni a Milano?
«L’associazione nasce negli anni della pandemia da HIV e AIDS in risposta ai bisogni della comunità: di essere compresi, di essere visti e percepiti come motore di cambiamento sociale. Mi rendo conto che ci fu un gruppo di persone con una visione pionieristica. L’associazione è cresciuta moltissimo, contiamo più di 400 volontari e offriamo servizi a tutta la comunità, perché ci sono tante persone lontane dai riflettori che 365 giorni all’anno contribuiscono a offrire spazio di crescita e supporto per tutti».

Qual è la storia ancora da scrivere, a Milano ma non solo, dato che Regione Lombardia ha nuovamente negato il patrocinio al Pride perché lo considera divisivo?
«Ciò che noi auspichiamo è che ci sia sempre inclusione e integrazione della comunità LGBTQIA+, ma anche di tutte le comunità minorizzate. Questo significa organizzare servizi e anche le istituzioni, come Regione Lombardia, dovrebbero farlo, poiché è una cosa a cui sono chiamati quando vengono eletti».

Alice Redaelli
Alice Redaelli

Il Comune di Milano ha invece concesso il patrocinio al Pride. Altri progetti?
«Stiamo lavorando a un Rainbow Center come ce ne sono altri nel mondo, che sia fulcro culturale, ma offra anche servizi a tutta la città, per rendere Milano ancora di più un faro in questo senso».

Il manifesto politico del Pride 2024 si allarga ai diritti di tuttə, anche nell’ambito della situazione geopolitica. È un messaggio forte e magari inaspettato?
«Il Pride ha sempre guardato ben oltre i propri confini, è intersezionale e internazionale. Cerchiamo di rendere giustizia a tutte le richieste sociali e al tema dei diritti umani, abbiamo invitato sul palco attivisti ucraini, russi, nordafricani, perché il Pride deve farsene carico sulle proprie piattaforme politiche. Tutte le discriminazioni sono connesse, non possiamo parlare solo di quelle in ambito strettamente LGBTQIA+, che sono diritti umani, senza parlare di tutti i diritti umani».

Milano Pride 2024, la performer Beatrice Quinta: «Pride vuol dire futuro»

È la tua prima volta al Pride?
«Ho avuto la fortuna di partecipare a diversi Pride e l’anno scorso ho anche avuto l’onore di essere la madrina del Pride di Palermo. Esibirmi quest’anno a Milano mi emoziona molto. Per me Il Pride rappresenta il futuro, significa combattere per la parità di tutti i diritti civili».

Beatrice Quinta
Beatrice Quinta

Tanti giovani torneranno a manifestare i propri diritti lungo le strade di Milano. Da coetanea, cosa pensi che li spinga a farlo?
«Credo che la nuova generazione sia più attenta ai temi sociali perché prova frustrazione, dovutaal fatto che si lotta da parecchio tempo per qualcosa di cui si vedono i risultati arrivare in modo lento. Questo bisogno di vedere le cose cambiare subito, anche e soprattutto per le generazioni successive, ci permette di essere più determinati nella lotta».

Essere queer nel 2024 cosa vuol dire?
«Penso che, per certi aspetti, significhi avere paura ma anche essere coraggiosi: ci vuole molto coraggio per esercitare il proprio diritto di esistere senza fare mai passo indietro rispetto a ciò che si è».

Milano Pride 2024, la presentatrice Kaze: «Ancora troppa ignoranza»

Tornare al Pride, in veste diversa, cosa significa per te?
«Sono davvero orgogliosa che mi abbiano affidato parte della conduzione quest’anno, lo scorso attraversai la parata e mi esibii sul palco. Rimane un momento straordinario della mia carriera, uno dei luoghi in cui mi sono sentita più a mio agio negli ultimi anni. Si respira un clima di collaborazione e accettazione, che è raro trovare nella vita quotidiana e che mi ha riempito di energie positive».

Quale credi sia l’elemento di forza di chi è pronto a unirsi alla causa?
«Chi partecipa non ha paura di esporsi. Io sono una Millennial e, personalmente, negli anni ho dovuto lavorare sul timore di indisporre, o risultare meno piacevole, quando dicevo quello che pensavo. Vedo con piacere che la Gen Z sta scardinando queste convinzioni, con una estrema capacità di prendere posizione che decostruisce quel senso di vergogna che in passato ha portato al silenzio, invece che all’azione».

Essere queer nel 2024 cosa vuol dire?
«È un argomento ampio che tocca diversi punti della nostra società. Essere queer nel 2024 è ancora molto difficile, non ci si sente mai al sicuro e spesso l’intersezionalità, di cui si parla troppo poco, crea ancora più disuguaglianza. Penso che si siano fatti grossi passi avanti, ma non bastano. Credo fortemente nel garantire i diritti umani e vedo che nella quotidianità di una persona queer non sempre succede. C’è ancora tanto stigma, ancora tanto pregiudizio e troppa ignoranza».

Milano Pride 2024: The sound of pride, l’arcobaleno diventa un brano musicale

La Pride Flag, simbolo dell’orgoglio LGBTQIA+ dal 1978, si trasforma in musica. Con The Sound of Pride, nato da un’idea di TBWA\Italia per Milano Pride, i sei colori della bandiera arcobaleno diventano un vero e proprio brano musicale, riprodotto per la prima volta per l’inaugurazione della Milano Pride Week 2024 e ascoltabile il 29 giugno sul palco, a chiusura della parata.

The Sound Of Pride
The Sound Of Pride

Il biofisico quantistico Daniele Gullà attraverso una fotocamera con matrice multispettrale ha estratto dai colori le componenti acustiche normalmente non udibili e, alzandone il pitch, le ha rese ascoltabili. Poi grazie allo studio di produzione musicale Human Touch Music di Alessandro Branca e Serena Menarini, queste sono state armonizzate e trasformate in un brano musicale che unisce una parte classica e una elettronica, permettendo anche alle persone con disabilità visive di condividere tutte le emozioni legate alla bandiera.

Partner del progetto l’Orchestra Sinfonica di Milano, che ha scelto di donare la componente classica del brano, affidata all’interpretazione degli strumenti ad arco.

Milano Pride 2024: il meglio degli eventi di oggi

Queer families. Nuove prospettive sulla famiglia.
La famiglia nucleare è davvero l’unico modello perseguibile? Si “decustruirà” la famiglia in un’ottica queer, andando a indagare se e come ripartire da quelle macerie, quali scenari e nuovi cammini si aprono e la loro reale praticabilità dal punto di vista legale.

Piazza Santa Francesca Romana alle 17:30.

Palestina queer: esistenza è resistenza
Elias Wakeem, artista e performer queer palestinese, condurrà in un racconto sulla condizione delle persone LGBTQIA+ palestinesi in Israele e nei territori occupati; si parlerà della situazione attuale, del conflitto e delle molteplici forme di oppressione e discriminazione.

Piazzale Lavater alle 19.00

Cultura ballroom
La scena Ballroom è una corrente LGBTQIA+ della comunità afroamericana e latina. A raccontarla, suonarla e ballarla ci sarà La B. Fujiko con Ken Jii, Medusa, Havva e Icy Ninja che si alternano in un Roll Call, momento tipico delle Ball in cui ognunə performa, per poi aprire la pista a chiunque voglia ballare.

Piazzale Lavater alle 22.30

Milano Pride 2024, lo spettacolo: Sempre Liberɜ – Queer on Stage all’Elfo Pucini

Domenica una serata dedicata alle arti performative

Domenica 30 giugno al Teatro Elfo Puccini c’è Sempre Liberɜ – Queer on Stage, una serata interamente dedicata alle arti performative queer. «Ispirata a una nota aria della Traviata, Sempre Liberɜ è un format multidisciplinare e intergenerazionale che porta il mondo del Pride dalla piazza al teatro», spiega Michele di Giacomo, fondatore di Alchemico Tre e direttore artistico dello spettacolo.

Michele Di Giacomo conduce la serata insieme a Marta Pizzigallo con musiche di Gipo Gurrado. Tra gli ospiti: Matteo Bittante con Dancehaus Company, l’autore di prosa Tobia Rossi, la cantante Romina Falconi, la performer Angelica Squicciarini con Filippo Ermanno Pizzocri e Rafael Candela, il ballerino Yesid Quejada Moreno e la cantante Maria Elena Pepi accompagnata dal maestro Andrés Jesús Gallucci.

Corso Buenos Aires, 33
Domenica alle 20.00
Biglietti: 10 euro su elfo.org

Milano Pride 2023
Milano Pride 2023

Milano Pride 2024, la parata e il percorso

15.00

Concentramento in via Vittor Pisani, davanti a piazza Duca D’Aosta, di fronte alla Stazione Centrale

15.30

Partenza del corteo da piazza Repubblica per proseguire invia della Liberazione, connettersi a via Melchiorre Gioia e raggiungere piazza XXV Aprile i Bastione di Porta Volta e viale Elvezia.

Giunto di fronte all’Arena, il tragitto continua lungo viale Byron, viale Melzi d’Eril e corso Sempione. per concludere all’Arco della Pace, dove sarà allestito il grande palco. Conclusione del corteo all’Arco della Pace, dove sarà allestito il grande palco.

Dalle 18.00 all’1.00

Evento finale con le esibizioni di Orietta Berti, La Cesira, Clara, Daniele Gittano, Michele Bravi, Gianmaria, Krama B, N.A.I.P., Debora Villa, Ditonellapiaga, Ricchie e Poveri, BigMama, Beatrice Quinta, Sethu, Gaia, Cadi e Francesca Michielin.

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