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16. 10. 2024 23:01

Massimo Galli condannato per un concorso pilotato alla Statale: le motivazioni

Galli, ora in pensione, avrebbe discusso, concordato, predisposto i criteri ed infine attribuiti punteggi insieme al candidato della procedura stessa

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Durante il processo è stata raggiunta piena prova che Massimo Galli, l’infettivologo che fu in prima linea durante la pandemia di Covid ed ex primario dell’ospedale Sacco, ora in pensione, «abbia turbato (…) la procedura di selezione per un posto di professore universitario di seconda fascia» favorendo il suo allievo Fabio Riva, ma in base alla giurisprudenza non è configurabile né il reato di turbativa d’asta né l’abuso d’ufficio prima della riforma che l’ha abrogato.

Massimo Galli condannato: il concorso pilotato alla Statale

Lo si legge nelle motivazioni della sentenza con cui il Tribunale di Milano lo scorso 16 luglio, ha condannato Galli a un anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa e non menzione, solo per falso, mentre l’ha assolto dall’accusa di turbata libertà degli incanti assieme a Riva, con la formula “perché il fatto non sussiste”. Per il collegio, il professore, nel febbraio 2020, pochi giorni prima dell’inizio ufficiale del Covid, come «persona preposta alla procedura di selezione in qualità di presidente della commissione avrebbe discusso, concordato, predisposto i criteri ed infine attribuiti punteggi insieme al candidato della procedura stessa, ovvero Riva».

Massimo Galli
Massimo Galli

Quanto al falso, contestato a causa del verbale della commissione che ha valutato i profili e assegnato i punteggi ai candidati risultato con l’orario di chiusura dei lavori non rettificato, i giudici hanno ritenuto che, essendo un passaggio di cruciale importanza, «tale attribuzione sia stata condotta esclusivamente e in totale autonomia, da Galli, e solo più tardi comunicata agli altri commissari».

La difesa di Massimo Galli

«Dopo la lettura della motivazione confermiamo l’intenzione del Prof. Galli di proporre appello». Lo scrivono in una nota gli avvocati Giacomo Gualtieri e Roberto Rigoni Stern, difensori del noto infettivologo ed ex primario del Sacco, condannato a un anno e 4 mesi solo per falso, in merito a un concorso universitario per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente vinto da un suo allievo.

«A prescindere dall’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche, su cui avremo modo di insistere – proseguono i legali – l’affermazione su cui si basa la condanna per falso atto pubblico, ossia che non ci sarebbe stata collegialità delle decisione dei tre commissari non è verosimile e non corrisponde alla realtà».

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Massimo Galli, dove eravamo rimasti (12 novembre 2022)

La Procura di Milano chiede il processo per l’infettivologo Massimo Galli finito indagato in uno dei capitoli dell’indagine sui presunti concorsi pilotati per i posti di professore e ricercatore alla facoltà di medicina dell’Università Statale di Milano.

Massimo Galli rischia il processo: la vicenda

Nei confronti di Galli, rispetto a quelle originarie, le contestazioni sono state ridimensionate ed è rimasto solo un episodio di turbativa d’asta e falso: la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex primario del Sacco ora in pensione, diventato volto noto durante le fasi più drammatiche della pandemia Covid, sta per essere inoltrata. Per la vicenda è indagato pure Agostino Riva, suo stretto collaboratore, candidato vincente nel 2020 di un “concorso” per il ruolo di professore di seconda fascia in malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente.

Secondo l’ipotesi, Galli avrebbe sarebbe intervenuto, come era emerso dagli atti, come componente della “commissione giudicatrice” sul verbale di “valutazione dei candidati”: in questa veste avrebbe attestato che il “prospetto” con i “punteggi attribuiti fosse il risultato del lavoro collegiale” nel corso di una riunione da remoto del febbraio 2020 mentre, risulta dagli accertamenti, sarebbe stato “concordato” solo dopo. Per l’accusa, sarebbe stato lo stesso Riva a indicare i “punteggi”.

massimo galli

Chi si era visto penalizzato, Massimo Puoti del Niguarda, aveva comunque manifestato, dopo la notizia dell’indagine in corso, la “massima stima” nei confronti di Galli. Per la vicenda sono anche finiti nei guai Claudio Maria Mastroianni, professore alla Sapienza di Roma, e Claudia Colomba, associato all’Università di Palermo. Per gli altri episodi contestati inizialmente al professore è stata chiesta l’archiviazione.

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