Milano guarda verso l’alto per trovare sempre più la sua dimensione europea. Negli ultimi 20 anni lo sviluppo in verticale della città con i suoi grattacieli è stata una costante: una scelta quasi obbligata per ovviare all’enorme consumo di suolo pubblico che da sempre ha caratterizzato la metropoli.
Grattacieli a Milano, l’evoluzione negli ultimi decenni
Negli ultimi 20 anni c’è stato un vero e proprio boom di costruzioni in verticale: delle 20 case-grattacielo superiori ai 50 metri attualmente presenti a Milano all’inizio del millennio ce n’erano solo sette. Uno sviluppo urbano che tiene il passo delle altre grandi città europee. A certificare l’evoluzione del capoluogo anche un recente studio di Abitare.Co.
La somiglianza con le altre metropoli del Vecchio Continente sta purtroppo anche nei prezzi. «Nel 2021 i prezzi di vendita sono aumentati in media del +8,5% rispetto al 2020 – racconta al Corriere Alessandro Ghisolfi, responsabile del centro studi di Abitare Co-. Al Bosco verticale si parte da 14.500 euro per la torre 1 e da 13.500 per la torre 2 fino a 18.100 e 16.500. Seguono a ruota le altre torri di Porta Nuova: Solaria, la più alta, e poi Aria e Solea, scritte in ordine di costi, con minimi da 8.600 e massimi tra i 14 e i 16mila euro al metro».
Cifre che appunto si equivalgono ai grattacieli europei. A Londra un appartamento nella Valiant Tower di Londra costa intorno ai 18.100 al metro quadro, mentre si superano i 20.000 euro per gli alloggi della Grand Tower di Francoforte progettata da Norman Foster.
Milano punta al cielo, ma per raggiungere le altezze dei big europei e mondiali ci vorrà ancora del tempo. La media di altezza dei grattacieli a Milano è di 90 metri per 24, quella europea invece di 224 metri per 59 piani, mentre nella top 20 globale la quota schizza a 357 metri per 89 piani.