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19. 09. 2024 20:05

Le case vacanza del Comune di Milano: un patrimonio tra difficoltà e stato di abbandono

Il Sorriso dei bimbi a Cesenatico è chiuso addirittura da 30 anni

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Ogni anno, centinaia di bambini e ragazzi milanesi, tra i 6 e i 14 anni, hanno l’opportunità di trascorrere 12 giorni tra mare e montagna grazie alle case vacanza del Comune di Milano. Strutture storiche come quelle di Andora (SV), Ghiffa (VB), Pietra Ligure (SV), Vacciago (NO) e Zambla Alta (BG) accolgono i più giovani in ambienti sicuri, sani e ricchi di attività educative e ludiche. Tuttavia, nonostante l’importanza di questo servizio, la domanda supera di gran lunga l’offerta, lasciando fuori molti bambini che meriterebbero la stessa opportunità.

Case vacanza del Comune di Milano: un servizio apprezzato ma non sufficiente

Le Case Vacanza sono da sempre un vanto per il Comune di Milano: spazi dove i giovani possono vivere un’esperienza di crescita, lontani dalla città, a contatto con la natura e con nuove amicizie. Tuttavia, il numero limitato di posti disponibili non riesce a coprire l’intera domanda delle famiglie milanesi, molte delle quali vedono in questo servizio un’occasione unica per i propri figli.

Secondo i dati forniti, ogni anno sono oltre mille le richieste che arrivano per le cinque Case Vacanza del Comune di Milano, ma la capacità ricettiva delle strutture può soddisfarne solo una parte. Una situazione che evidenzia la necessità di ampliare l’offerta e migliorare la gestione di questi spazi dedicati al benessere dei più piccoli.

La storia del “Sorriso dei bimbi”: un patrimonio dimenticato

Tra le strutture che fanno parte del patrimonio del Comune di Milano c’è anche il Sorriso dei bimbi di Cesenatico, un immobile che ha rappresentato per decenni un simbolo di accoglienza e svago per migliaia di bambini milanesi. Questo edificio, che un tempo veniva chiamato colonia, è chiuso da oltre 30 anni e oggi versa in uno stato di abbandono.

Una scritta un po’ sbiadita, ma ancora visibile, recita “Comune di Milano” sulla facciata. Il “Sorriso dei bimbi” è stato messo in vendita con una base d’asta di 3.430.000 euro, ma il degrado in cui si trova rappresenta un triste epilogo per una struttura che per tanti anni è stata il rifugio estivo di molti piccoli milanesi. La vendita del complesso rappresenta, per molti, un’occasione mancata per riportare in vita un pezzo importante della storia della città.

Riaprire il “Sorriso dei bimbi”: un’idea impossibile?

Passeggiando davanti all’edificio, si percepisce un senso di malinconia. Quell’immobile abbandonato, con le sue mura ormai decadenti, ha ancora il potenziale per tornare a essere un luogo di gioia e serenità per tanti bambini che non hanno la possibilità di andare in vacanza. Tuttavia, immaginare una riapertura sembra quasi un’utopia, considerando i costi di ristrutturazione e manutenzione necessari per riportare la struttura alle condizioni originarie.

Eppure, la sua riapertura potrebbe rappresentare una risposta alla crescente domanda di posti nelle Case Vacanza del Comune di Milano. Se ben gestita, questa operazione potrebbe contribuire a risolvere il problema dell’insufficienza dei posti disponibili, offrendo a molti più bambini la possibilità di vivere un’estate al mare.

Una proposta in Consiglio Comunale

L’idea di restituire vita al “Sorriso dei bimbi” potrebbe essere presto discussa in Consiglio comunale, come ha affermato recentemente il consigliere Alessandro Giungi. Il quale intende portare la questione all’attenzione delle autorità competenti nel prossimo incontro, con l’obiettivo di esplorare tutte le possibili soluzioni per evitare che un patrimonio così importante venga lasciato andare in rovina.

Tra le proposte sul tavolo ci sono diverse opzioni: da un possibile intervento di privati attraverso una partnership pubblico-privata, a una campagna di raccolta fondi che coinvolga direttamente i cittadini e le associazioni del territorio. Un’altra ipotesi prevede la ricerca di finanziamenti statali o europei dedicati alla riqualificazione di immobili di valore storico e sociale. Il fine ultimo sarebbe quello di trasformare l’edificio in una moderna struttura di accoglienza per giovani, adeguata agli standard attuali e in linea con le necessità della comunità.

La necessità di un impegno concreto

Riportare in funzione il “Sorriso dei bimbi” richiederebbe un impegno concreto da parte delle istituzioni, ma potrebbe rappresentare un passo importante per valorizzare il patrimonio pubblico e migliorare la qualità della vita dei cittadini. «Ci sono tanti bambini che non hanno la possibilità di andare in vacanza», sottolineano alcuni consiglieri comunali, «e riaprire una struttura come questa potrebbe fare la differenza».

Inoltre, il riutilizzo dell’edificio in disuso avrebbe un impatto positivo anche sull’economia locale di Cesenatico, contribuendo a rivitalizzare l’area con un flusso continuo di visitatori durante il periodo estivo. Le attività locali, dagli hotel ai ristoranti, beneficerebbero di una maggiore affluenza, creando un effetto positivo sull’intero territorio.

Una scelta strategica per il futuro di Milano

Riaprire il “Sorriso dei bimbi” potrebbe rappresentare una scelta strategica per il futuro di Milano e per le nuove generazioni. Dare nuova vita a un edificio storico, ridonandolo a una funzione pubblica, potrebbe essere un simbolo del rinnovamento della città, capace di coniugare tradizione e innovazione.

Questo tipo di operazione non solo consentirebbe di incrementare i posti disponibili per le case vacanza del Comune di Milano, ma aiuterebbe anche a mantenere vivo un legame con la storia della città, valorizzando una struttura che per molti anni ha rappresentato un punto di riferimento per le famiglie milanesi.

 

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