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04. 07. 2024 18:04

Diabete 2, serve maggiore prevenzione. Avogaro (SID): «Impariamo a riconoscerlo»

Al via la campagna “Pronto diabete”, dal 10 al 28 giugno., per conoscere gratuitamente le complicanze renali legate alla malattia

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In Italia 4 milioni di persone hanno il Diabete di tipo 2 e oltre un milione non sa di averlo perché questo può essere silente. Serve quindi una semplificazione delle consulenze specialistiche per questa malattia su cui va fatta una maggiore prevenzione. Mira a questo la nuova campagna nazionale “Pronto Diabete” patrocinata da SID e AMD, con l’adesione di Diabete Italia e Sistema Farmacia Italia. Dal 10 al 28 giugno saranno a disposizione dei pazienti con Diabete di tipo 2 consulenze specialistiche gratuite in circa 50 centri in tutta Italia, prenotabili al Numero Verde 800.042.747 o sul sito prontodiabete.it. «Con tutti i controlli e se ben compensato il diabete può portare a una normale qualità di vita», afferma il professor Angelo Avogaro, Presidente Società Italiana di Diabetologia (SID).

Diabete 2, Avogaro (SID): «Implementare il ruolo fondamentale delle farmacie, per rendere più facili tutti i controlli»

Facciamo una distinzione tra i diversi tipi di diabete.
«Diabete di tipo 1, che colpisce 400mila pazienti, è una malattia autoimmune dove con un’infezione virale, il sistema immunitario non riconosce più tra il virus e la cellula che produce insulina, la beta cellula e si ha una reazione autoimmune che distrugge le cellule che producono insulina, con una perdita della capacità del pancreas di produrre insulina. Può colpire nei primi anni di vita, fino ai 35-40 anni».

Mentre il diabete di tipo 2?
«Il diabete di tipo 2 colpisce dai 35 anni ed è caratterizzato da una inferiore capacità che ha l’insulina di fare entrare il glucosio dal sangue all’interno delle cellule, l’insulina reagisce poco e male. Per mantenere normali i livelli di glicemia il pancreas in questo caso è costretto a produrre tantissima insulina che dopo un po’ non è più sufficiente, quindi la glicemia aumenta».

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Come accorgersi di questa patologia?
«Il diabete di tipo 1 può esordire con una chetoacidosi, il bambino soffre di vomito, urina molto e perde peso, ha un sangue molto acido e c’è pericolo di andare in coma. Il diabete di tipo 2 può rimanere per molto tempo asintomatico, ma ci sono dei segnali: una ridotta capacità delle ferite di rimarginarsi, infezioni al glande negli uomini e vaginale nelle donne. Quando esiste un’infezione alle vie urinarie è utile sempre fare il test della glicemia».

Quali le maggiori complicanze?
«Può esserci retinopatia diabetica che se non trattata può portare a cecità, o complicanze renali, che possono portare a dialisi. Possono esserci ostruzioni alle arterie del cuore e quindi rischio di infarto, ma anche ulcere agli arti inferiori».

Per evitare questo è partita la campagna “Pronto diabete”.
«Un’iniziativa importante perché centri antidiabetici e farmacie sono disponibili a valutare se i pazienti con diabete hanno anche dei problemi renali, in modo semplice e veloce. Fare uno screening è importante perché se qualcuno ha la presenza di queste alterazioni ci sono dei farmaci che possono fare prevenzione».

L’EMA ha approvato la prima insulina settimanale al mondo, perché è una svolta storica?
«Questa è un’insulina a durata d’azione “lenta”, che invece di essere iniettata una volta al giorno, si può fare una volta alla settimana con un risparmio di ben sei iniezioni ogni settimana per paziente. Questo libera dalla schiavitù dell’insulina quotidiana».

Cosa si può fare di più per combattere questa patologia?
«Fare prevenzione in maniera diversa, investire di più. Per esempio implementare il concetto delle case della salute o ospedali di comunità, o il ruolo fondamentale delle farmacie, per rendere più facile a tutti i controlli, questa parte deve essere semplificata al massimo».

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