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17. 10. 2024 05:21

Salute mentale, aumentano i casi ma si chiede più aiuto, Percudani (Niguarda): «A Milano più accessi alle strutture per adolescenti e giovani»

Il punto dall’ASST Ospedale Niguarda, con il direttore del dipartimento: «Alcuni comportamenti possono rappresentare dei fattori di rischio importanti per l’esordio di un disturbo mentale. Pensiamo al tema delle sostanze»

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Aumentare la consapevolezza e gli sforzi a sostegno della salute mentale, per combattere le discriminazioni. La Giornata Mondiale della Salute Mentale ogni anno è sempre di più importante visto la crescita dei disturbi di questo genere. «In Ospedale, in pronto soccorso e nei reparti di psichiatria osserviamo situazioni cliniche sempre più critiche, intossicazioni da sostanze, autolesionismo, esordi psicotici, forme depressive e reazioni da stress gravi», afferma Mauro Percudani, direttore Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze, ASST Ospedale Niguarda, che ha parlato di recente del tema salute mentale ad Agevity 2024, a sottolineare l’importanza che essa ha per una vita longeva e sana».

Mauro Percudani (ASST Ospedale Niguarda): «È necessario che la persona con un problema di salute mentale possa ritrovare una propria strada di autonomia e di inserimento nella società»

Riscontrate un aumento di casi di disturbi mentali?
«Il report di OMS del 2022 parla di una prevalenza di disturbi mentali nei Paesi occidentali del 15%, soprattutto legati a depressione e ansia. Nei servizi di salute mentale osserviamo un significativo incremento di bisogno e di domanda. Oggi si manifesta in maniera più chiara il bisogno di aiuto e questo è positivo. Tuttavia, il sistema non è sufficientemente forte per dare risposta a tutto il bisogno emergente».

Quali sono le carenze?
«Vi è carenza di strutture e servizi, di personale medico e di altre figure professionali che operano nel settore della salute mentale. Negli ultimi anni, soprattutto in alcune zone geografiche, vi è stato un grosso problema di reclutamento di personale».

Come si esce, quindi da questa situazione?
«È in atto un grande impegno e qualche primo risultato si sta vedendo. Sono necessari nuovi investimenti e nuove tipologie di servizi capaci di intercettare bisogni emergenti, come quelli legati ai giovani, alle donne, al periodo perinatale (gravidanza e post-parto), agli stranieri, agli anziani con importanti problematiche sociali».

A Milano si riscontra una componente di ansia e stress anche nei giovani?
«Negli ultimi anni vediamo più accessi nella fascia adolescenziale e dei giovani tra i 18-24 anni. Sono situazioni di maggiore complessità clinica rispetto al passato. Vi è un aumento dei casi di autolesività, di impulsività, di discontrollo emotivo. Abbiamo un aumento dei disturbi del comportamento alimentare e dei problemi di dipendenza come il gioco d’azzardo patologico».

C’è maggiore consapevolezza sul tema del benessere mentale?
«A me sembra che se ne parli di più e quindi, sì, c’è una maggiore consapevolezza. È importante fare prevenzione e spiegare che alcuni comportamenti possono rappresentare dei fattori di rischio importanti per l’esordio di un disturbo mentale grave come la psicosi. Pensiamo al tema delle sostanze, l’utilizzo di cannabis, cocaina e delle nuove sostanze, sempre più diffuse nel mondo giovanile».

Il Comune ha stanziato 4 milioni di euro di fondi europei per progetti sulla salute mentale, su cosa si dovrebbe puntare?
«All’integrazione dei diversi ambiti di intervento, nessuno può fare da solo. I servizi di salute mentale hanno molto bisogno della collaborazione, bisogna tenere insieme una comunità di intervento, dagli ospedali, i servizi sociosanitari sul territorio, il terzo settore e le cooperative».

Quali i progressi nella ricerca medica?
«Il trattamento dei disturbi mentali è sempre più orientato all’integrazione, attraverso farmaci nuovi più efficaci e più tollerabili, tecniche psicoterapiche fondate su evidenze scientifiche, interventi di riabilitazione che puntano sull’inclusione sociale. È necessario che la persona con un problema di salute mentale possa ritrovare una propria strada di autonomia e di inserimento nella società».

 

 

 

Quattro milioni per quattro progetti
Il Comune fa la sua parte per il benessere mentale

Quattro progetti a sostegno della salute mentale che il Comune di Milano ha finanziato con 4 milioni di euro di fondi europei del programma PN METRO PLUS, con l’obiettivo di guidare queste persone verso l’autonomia. Il primo progetto R3 – insieme per la recovery promuove la realizzazione del proprio progetto di vita per la piena inclusione. L’arte del possibile invece vuole valorizzare e potenziare le conoscenze nel mondo del lavoro attraverso percorsi formativi e tirocini. AccogliMi, il progetto dedicato ai giovani tra i 14 e i 18 anni e alle loro famiglie, vuole offrire un orientamento psicologico in questa particolare fase della crescita. Sconfinati invece è dedicato alle persone senza dimora o a rischio di grave emarginazione.

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