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13. 10. 2024 01:26

Nicola Mette denuncia la crisi sanitaria con la performance “Privato” a Milano IL VIDEO

Il performer sardo in catene per le strade di Milano solleva il tema delle disuguaglianze nel diritto alla salute

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Il centro di Milano è stato teatro di una performance artistica di denuncia, una manifestazione silenziosa e simbolica, condotta dall’artista e performer sardo Nicola Mette. A mezzogiorno del 10 ottobre 2024, Mette ha sfilato a piedi nudi tra il Duomo e il palazzo della Regione Lombardia, portando con sé una catena legata alla caviglia e una targa di ferro con la scritta “Privato“. Un’azione di forte impatto visivo e concettuale, volta a denunciare la crisi del sistema sanitario italiano.

Performance artistica di denuncia: una marcia silenziosa, un messaggio di protesta

La performance di Mette, intitolata “Privato“, si distingue per il suo silenzio, interrotto solo dal rumore della catena che strisciava sull’asfalto. «Non cerco la spettacolarizzazione, ma una tensione silenziosa», ha spiegato l’artista all’ANSA. «Il mio obiettivo è richiamare l’attenzione sulla privatizzazione dei diritti fondamentali, come quello alla salute, e sulle gravi disuguaglianze che ne derivano».

Ogni passo compiuto da Mette, con il suo camice bianco e la catena, rappresenta un grido contro un sistema che, secondo lui, trasforma il diritto alla cura in un lusso accessibile solo a pochi. La scritta “Privato” simboleggia, infatti, la divisione sociale che si crea quando l’accesso alle cure sanitarie diventa un privilegio, e non un diritto garantito a tutti i cittadini.

La denuncia della sanità pubblica in crisi

Nel corso della sua intervista, Mette ha sottolineato come il messaggio della performance voglia mettere in evidenza le carenze del sistema sanitario pubblico, colpito da inefficienze che si riflettono in lunghe liste d’attesa, cure ritardate o non accessibili. La catena che l’artista trascinava durante la sua marcia simboleggia il peso della disuguaglianza che grava sulle persone più deboli, schiacciate dall’inefficacia del sistema.

«La sanità pubblica si sta sgretolando sotto il peso delle inefficienze e delle disuguaglianze», ha dichiarato Mette. La sua performance vuole essere una testimonianza di quanto sia difficile, per una parte crescente della popolazione, accedere a cure adeguate in tempi ragionevoli, in un contesto che si fa sempre più discriminatorio.

L’importanza delle immagini per la narrazione

La performance di Mette ha fatto uso di fotografie e video realizzati da artisti come Raùl Funes, Cristina Abbate e Marco Alan Maitti, mentre Daniela Falcone ha contribuito con riprese dall’alto grazie all’uso di droni. Le immagini documentano la solitudine e la fatica dell’artista durante il suo percorso, con una forza visiva che rafforza ulteriormente il messaggio di denuncia sociale.

«Le immagini catturate non servono a spettacolarizzare la mia azione», ha sottolineato Mette. «Sono un mezzo per trasmettere una testimonianza silenziosa della crisi che stiamo attraversando e per invitare il pubblico a riflettere sulla natura dei diritti nel nostro paese».

La Sardegna e il diritto alla salute

Anche se la performance si è svolta a Milano, il significato di “Privato” va ben oltre i confini della città. Mette, originario della Sardegna, ha voluto evidenziare come le disuguaglianze nell’accesso alla sanità siano ancora più marcate nella sua terra natale. «In Sardegna, le differenze nel diritto alla sanità sono ancora più accentuate», ha spiegato l’artista. «La sofferenza non è più solo individuale, ma collettiva e coinvolge interi territori».

La Sardegna, come molte altre aree periferiche, soffre di una carenza di strutture sanitarie adeguate e di servizi accessibili. Questa condizione acuisce le disparità, facendo emergere ulteriormente la necessità di una riforma del sistema sanitario che garantisca l’accesso alle cure a tutti, indipendentemente dalla posizione geografica o dallo status economico.

Performance artistica di denuncia: la forza del corpo come mezzo di comunicazione

Mette utilizza il proprio corpo come mezzo di comunicazione, facendosi portavoce di una denuncia che si esprime attraverso gesti e simboli potenti. La catena è solo uno degli strumenti utilizzati dall’artista per rappresentare la prigionia in cui si trovano coloro che non possono permettersi cure adeguate. «Il mio corpo non cerca di dare risposte, ma di testimoniare, in modo muto e potente, la gravità di una crisi che non può più essere ignorata».

La scelta del camice bianco non è casuale: simbolo della sanità, esso diventa, nella performance di Mette, un elemento che mette in luce la contraddizione tra la funzione salvifica del sistema sanitario e la realtà di un servizio che spesso nega l’accesso a chi ne ha più bisogno.

Performance artistica di denuncia come forma di attivismo sociale

La carriera di Nicola Mette, che conta oltre 25 anni di attività, è sempre stata caratterizzata da una forte attenzione ai temi sociali. Le sue performance rappresentano azioni di denuncia, con l’obiettivo di portare all’attenzione del pubblico questioni complesse e spesso trascurate, come la crisi della sanità e le disuguaglianze sociali.

«L’arte può essere un potente strumento di cambiamento sociale», afferma Mette. «Attraverso le mie performance, cerco di creare una consapevolezza collettiva che spinga le persone a riflettere su ciò che significa vivere in un paese dove i diritti fondamentali sono sempre più privatizzati».

Performance artistica di denuncia: una riflessione sulla crisi del welfare

Con “Privato”, Mette solleva interrogativi profondi sulla crisi del welfare in Italia, e in particolare sul ruolo del sistema sanitario pubblico in un’epoca di crescenti privatizzazioni. Il diritto alla salute, che dovrebbe essere garantito a tutti, è sempre più spesso subordinato a logiche di mercato, che lasciano indietro chi non ha le risorse economiche per accedere a cure di qualità.

La performance invita quindi a una riflessione collettiva: quali sono le conseguenze di una privatizzazione sempre più spinta dei servizi essenziali? E cosa significa vivere in una società in cui i diritti fondamentali non sono più garantiti?

Performance artistica di denuncia: l’arte come strumento di denuncia

La performance “Privato” di Nicola Mette è un esempio potente di come l’arte possa essere utilizzata per affrontare questioni sociali e politiche di grande rilevanza. Attraverso gesti simbolici, Mette riesce a trasformare un problema complesso come la crisi del sistema sanitario in un messaggio chiaro e incisivo. La sua marcia silenziosa per le strade di Milano è un richiamo a non ignorare le disuguaglianze che si stanno radicando nella nostra società, e a lottare per un sistema sanitario che torni a essere un diritto e non un privilegio.

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