Brand for the City, società dedicata all’ideazione, progettazione e realizzazione di progetti di Brand Urbanism e Fondazione SportCity – think tank indipendente che mira a stimolare un cambiamento culturale nella visione dello sport italiano, attraverso progetti sportivi in ambito urbano – lanciano l’iniziativa “Lo sport che connette”: la prima iniziativa nazionale di rigenerazione urbana a tema sport.
“Lo sport che connette”: dentro l’iniziativa
Il progetto ha l’obiettivo di promuovere la riqualificazione urbana di spazi pubblici all’aperto da destinare alla pratica sportiva, libera e gratuita, a beneficio di tutti i cittadini e alle persone di ogni età: come primo passo Brand for the City e Fondazione SportCity inizieranno da oggi un lavoro di mappatura nazionale dei luoghi, spazi e impianti sportivi all’aperto che (con il benestare delle pubbliche amministrazioni locali) potrebbero essere oggetto di rigenerazione.
![Lo sport che connette](https://www.mitomorrow.it/wp-content/uploads/2022/10/Bambini-calcio-sport-foto-Pixabay-2.jpg)
Il secondo passo sarà quello di rilanciare un invito alla partecipazione ad aziende e brand che, avendo a cuore i propri territori e comunità, volessero adottare un progetto specifico di Sport Urbanism: come fatto da Agos che – attiva nello Sport Urbanism dal 2021 – nel prossimo settembre inaugurerà a Torino il suo settimo spazio sportivo rigenerato nell’ambito del suo progetto Parchi Agos Green & Smart.
L’iniziativa nasce dal presupposto che il diritto allo sport è sancito dall’articolo 33 della Costituzione a cui sono stati aggiunti i seguenti commi: “La Repubblica riconosce e favorisce il diritto allo svolgimento dell’attività sportiva e ricreativa”. Ciò nonostante, gli ultimi studi e ricerche vedono l’Italia tra gli ultimi paesi OCSE per disponibilità di spazi sportivi gratuiti:
- Secondo i dati dell’Osservatorio Valore Sport (del febbraio 2024) redatto da The European House Ambrosetti, l’offerta sportiva di un territorio è una delle principali determinanti per poter favorire la pratica sportiva dei propri cittadini di ogni età: ma in Italia – tra gli impianti sportivi presenti e attivi sul territorio che risultano essere il 22% in meno della media europea – il 44% risulta obsoleto perché costruito negli anni ’70 e ’80 e l’8% (nel Mezzogiorno fino al 20%) non sono effettivamente utilizzabili.
- Il rapporto dell’Osservatorio evidenzia anche la sedentarietà dei bambini, rispetto a cui l’Italia si posiziona come peggior Paese OCSE, con un tasso del 94,5% di bambini tra 11-15 anni che non raggiungono un adeguato livello di attività fisica (rispetto a una media OCSE dell’86,3%).
Il fatto che il nostro paese sia fra gli ultimi Paesi in Europa a garantire un adeguato grado di accessibilità ad impianti sportivi all’aperto gratuiti non ha solo ricadute negative sulla salute pubblica (il costo sanitario della sedentarietà equivale a 4,5 miliardi), ma anche sulle opportunità e sugli spazi (non digitali) di socializzazione di cui le giovani generazioni hanno molto bisogno: gli effetti negativi della crisi pandemica sulla capacità dei nostri giovani di connettersi e relazionarsi empaticamente (non solo in via digitale) sono sotto gli occhi di tutti e rigenerare spazi e luoghi da dedicare allo sport, come strumento di valore per favorire la relazione, la socializzazione e la “ri-connessione” tra individui, gruppi e comunità in tutti i quartieri d’Italia, è un’opportunità alla quale non si può rinunciare.