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30. 06. 2024 21:39

Giusy Ferreri si veste di Bloom: «Ѐ tempo di rock»

La cantante diventa la voce della band e debutta con l'album Hangover, in uscita oggi

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Nuovo album e nuova pagina per la carriera, non più solista, di Giusy Ferreri. Esce oggi in digitale Hangover, prodotto da GGF Music e distribuito da ADA Music, il primo album di inediti dei Bloom, la band alternative rock formata insieme ai musicisti Max Zanotti, Roberta Raschellà e Alessandro Ducoli. Debutta nelle radio anche il singolo che lo anticipa, Rose in velluto dark.

Giusy Ferreri voce dei Bloom: «Non vediamo l’ora di presentarlo dal vivo»

Come nasce il progetto Bloom?
Max: «L’idea nasce da me e da Giusy, desiderosa di un nuovo capitolo musicale, che ho abbracciato sin da subito. Abbiamo, poi, coinvolto Roberta e Alessandro in questa band che nasce con il nome di fioritura, di essenza di nuova vita».

E l’album?
Giusy: «Ѐ nato in un anno di lavoro insieme, in cui ci ha accomunato la stessa idea artistica di fare musica. Sono orgogliosa di questo progetto, di cui sono anche produttrice esecutiva, autrice di tutti i testi e di sette melodie su dieci brani presenti. Questa svolta rock era un desiderio che covavo dentro da diverso tempo, finalmente sono riuscita a realizzalo».

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Hangover cosa rappresenta?
G: «Era un titolo che stava bene con tutti i testi. L’idea che vogliamo dare è quel senso veritiero, profondo e liberatorio di chi si sveglia, la mattina dopo, desideroso di far esplodere quel mondo interiore che ha maturato la notte seguente. Lo stesso desiderio mio di far nascere una nuova Giusy».

Diretta verso una strada diversa da quelle precedenti.
G: «Ogni capitolo fin qui mi ha permesso di raggiungere traguardi di alto livello e tante soddisfazioni: ai miei concerti spesso vengono per ascoltare le hit estive, ma poi scoprono anche il mio lato più intimo con le ballate e le influenze cinematografiche. E presto scopriranno anche altro. Non trovo naturale ripetersi, oggi abbraccio la mia vera natura».

Perché proprio il rock?
G: «Ha rappresentato, sin da ragazzina, il mio lato maschile artistico che oggi sento prevalere. Nella gavetta passata nelle cover band ho sempre prediletto il repertorio maschile, era quello che più si avvicinava al mio gusto e alla mia vocalità».

Come ha influenzato Milano il vostro percorso?
Max: «Grazie all’esperienza con i Deasonika negli anni Novanta ho conosciuto quella Milano dei locali dove si suonava e si presentava tanta musica e tanta gavetta. Milano è stata importante perché mi ha permesso di vedere dal vivo, venendo dalla provincia comasca, tutte le band di cui ho i dischi a casa: tutto questo confluisce in Bloom e su tutto il background musicale, naturalmente».

E il futuro?
G: «Sicuramente vedo la dimensione live per presentare al meglio questo progetto. Club, teatri e festival, mi piacerebbe anche trovare chi ci possa aiutare ad adattare i testi in inglese, lingua che si presta alla perfezione per queste sonorità rock».

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