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04. 07. 2024 15:49

Marlene Kuntz, 30 anni da festeggiare al Castello, Godano: «La lunga onda di Catartica»

Sforzesco aperto per il compleanno speciale dell'album d'esordio della band

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Le celebrazioni per i 30 anni di Catartica – disco d’esordio dei Marlene Kuntz – arrivano al Castello Sforzesco di Milano. Una location unica nella città che ha accolto la band con entusiasmo sin dai suoi esordi. Ne parliamo con Cristiano Godano.

Marlene Kuntz, Cristiano Godano: «Tanti giovani ai nostri concerti, significa che il nostro genere non passa di moda, neanche a Milano»

Catartica al Castello Sforzesco: una bella magia.
«Fortunatamente a volte nei nostri tour capita di suonare in location di prestigio con un fascino storico. Ti senti un po’ un potenziale intruso nel far casino. Mi risulta però che a Milano i volumi non sono mai eccessivi, quindi non saremo così pericolosi. È molto figo».

Cosa rappresenta Milano per i Marlene Kuntz?
«Nell’immaginario di tutti i musicisti è sicuramente la città più aggiornata e più abituata ad accogliere ogni settimana decine di concerti interessanti, provenienti da tutto il mondo e in qualsiasi ambito musicale. Il pubblico è più smaliziato e, in quanto tale, vanta un certo snobismo nei riguardi di gruppi che all’inizio esplodono e poi si consolidano. Indiscutibilmente, è una città di riferimento, nel bene e volendo nel male».

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Qualche ricordo legato alla città?
«Quando siamo esplosi con Catartica e Il Vile è stata una delle città più rumorose nell’accoglierci. Per noi è sempre stato molto figo ricevere conferme a Milano e, siccome un mese fa all’Alcatraz c’erano circa 3.300 paganti, ci siamo accorti che questo calore è ancora vivo».

State raccogliendo conferme in tutta Italia, in realtà.
«I sold-out sono sicuramente significativi. Sottolineo sempre lo stupore che proviamo nel vedere facce giovani sotto i nostri palchi. Non credo ci siano altre spiegazioni se non il fatto che Catartica sia un disco considerato, evidentemente a ragione, con una suo carisma. Resta un disco importante per la storia del rock italiano, quantomeno dell’alternative, e il fatto che ci siano così tanti giovani ai live lo dimostra».

È un album transgenerazionale, secondo te?
«Alcuni sono figli dei nostri fan, ma ad altri è arrivata l’onda lunga e la fama di Catartica. Ci regala anche la piacevole sensazione di non sentirci minimamente dei signori un po’ anziani: siamo anche energici e vitali. Il fatto che ci siano dei giovani ci fa pensare che le cose stanno proprio così, perché i giovani i rincoglioniti non li vanno a vedere. Vanno ai concerti se ne vale la pena».

In un certo senso potrebbero rivedersi nel malessere che cantavate in Catartica.
«Più che etica credo però che la motivazione sia estetica. Evidentemente Catartica rappresenta un genere di riferimento ben preciso, quello che i giornalisti chiamano noise. I ragazzi che vengono a vedere queste cose secondo me hanno anche proprio la fascinazione per un genere che poi magari capita di ascoltare nei gruppi che si sono succeduti a noi e vengono a sentire chi in Italia l’ha fatto per primo. È galvanizzante».

Martedì 2 luglio alle 21.00
Castello Sforzesco, Cortile delle Armi
Piazza Castello
Biglietti: da 35 euro su dice.fm

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