Il Teatro Fontana ha presentato la stagione 2024/2025 intitolata Mirate all’angelo fatta di 12 produzioni, 26 ospitalità, di cui una internazionale, 1 spettacolo di danza, 5 spettacoli di Nouveau cirque, 2 audio-fiction dal vivo, 4 letture performative, 5 spettacoli per bambini, 11 progetti in matinée per le scuole, 2 concerti per famiglie, 12 artisti o compagnie under 35 e 4 festival. Si tratta, inoltre, della prima stagione che prende il via con la direzione artistica di Ivonne Capece dopo la nomina dello scorso inverno.
Che bilancio avete fatto della stagione appena conclusa?
«Il pubblico è cambiato molto, è aumentato di numero ed è più giovane. Sembra che Milano abbia percepito la ventata di freschezza che arriva da qui».
Come ha costruito la nuova stagione?
«Ho cercato di scegliere progetti abbastanza agili e non troppo complessi dal punto di vista della realizzazione. Sono, però, caratterizzati da una forte identità artistica, tutti hanno una firma forte e precisa. Preferisco privilegiare progetti che magari non sono ancora perfetti ma che hanno voluto rischiare per dimostrare la loro identità».
Quali sono gli obiettivi che si è posta?
«Il Teatro Fontana è in forte trasformazione, ha attraversato molte fasi e ha un’identità mutevole. Vorrei rafforzare questa identità andando a occupare uno spazio sperimentale e di ricerca che, anche a livello cittadino è un po’ assente, aprendo un dialogo con le giovani generazioni».