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18. 10. 2024 15:20

Trifole – Le radici dimenticate di Gabriele Fabbro: «I tartufi ci insegnano la salvaguardia dell’ambiente»

Il lungometraggio del giovane regista girato nelle Langhe. Nel cast anche Buy e Iacchetti e Orsini.

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La storia di un ricongiungimento familiare e della riscoperta delle proprie radici al centro di Trifole – Le radici dimenticate di Gabriele Fabbro, un drama-adventure dal respiro internazionale ambientato nelle Langhe, la terra del Tartufo Bianco d’Alba. Da ieri nelle sale con Officine UBU, il film è diretto dal giovane regista milanese, già apprezzato per l’opera prima The Grand Bolero. Nel cast Ydalie Turk, Umberto Orsini, Margherita Buy, Enzo Iacchetti, Frances Sholto-Douglas.

Gabriele Fabbro: «Lui mi ha ricordato mio nonno e l’ho voluto nei panni del trifulau Igor Bianco»

Gabriele, com’è nato questo film?
«Tutto è partito da una stupidaggine. Sono un grande amante del tartufo e ogni volta che lo mangiavo al ristorante c’erano lo chef o il cameriere a raccontarti la storia di quel tartufo. Spesso finivano per raccontarmi la storia di questi trifulau un po’ strani che non rivelano mai i loro segreti. Quindi ho voluto approfondire questo mondo, nel 2021 sono andato nelle Langhe e per due anni ho raccolto storie sulle tradizioni e sulle memorie. Poi ho incontrato il trifulau Igor Bianco, da cui viene fuori il protagonista, il quale mi ha parlato della deforestazione e di molto altro. Ho condiviso queste storie con la co-autrice Ydalie Turk (anche protagonista del film, ndr) e abbiamo capito che l’unico messaggio che i trifulau sperano di comunicare alle generazioni future è quello di continuare a piantare e salvare l’ambiente».

Come hai assemblmato il cast?
«Io e Ydalie siamo cresciuti insieme: siamo andati a scuola insieme negli Usa e i nostri primi lavori li abbiamo fatti insieme. Abbiamo scritto la sceneggiatura senza pensare al cast. Sul protagonista ci siamo resi conto che stavamo parlando molto di noi stessi e quindi è stato naturale pensare a Ydalie per quel ruolo.

E Umberto Orsini?
«Lo conoscevo soprattutto per il teatro: nel 2022 sono andato a Venezia a vedere un suo spettacolo e abbiamo parlato del film. Gli ho detto che mi ricordava molto mio nonno e lui ha avvertito questa sincerità: nonostante fossi molto giovane, si è fidato di me. Ha avuto il coraggio di mettersi in gioco e di seguire la sua curiosità».

Cosa rappresenta per te Milano?
«Sono nato a Milano, ma in realtà mi sono trasferito con la mia famiglia in Brianza una volta finite le scuole elementari. Sono cresciuto più lì, mentre a Milano ci sono tornato poi da adulto, con una mentalità diversa. Ricordo la città con gli occhi di un bambino, questo sicuramente, come gli spettacoli pirotecnici all’Arco della Pace».

A cosa stai lavorando, ora?
«Io e Ydalie stiamo lavorando a due sceneggiature e sto lavorando a un adattamento di un libro, ma per ora non posso dire di pù».

Regia: Gabriele Fabbro
Genere: drammatico
Voto: 7,5

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